Crisi, per l'Istat: tra 2008 e 2011, 100.000 dirigenti in meno
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MILANO, 07 MAGGIO 2012- La crisi non risparmia nessun profilo professionale. A confermarlo sono i dati dell'Istat, secondo i quali oltre 100 mila dirigenti. In particolare, per l'Istat, negli anni della crisi, il numero dei dirigente è diminuito del 20,8% in tre anni, dal 2008 al 2011, passando da 500 mila a 396 mila unità.
A conferma dei suddetti dati, il presidente di Federmanager, Federazione nazionale dirigenti aziende industriali, Giorgio Ambrogioni, in merito al settorenprivato, ha dichiarato, "Solo una parte limitata di dirigenti riesce a collocarsi mantenendo la stessa qualifica.Alcuni sono costretti ad accettare il ritorno alla posizione di quadro. Sono ancora di piu' quelli che diventano manager atipici, ovvero una sorta di co.co.pro o partita Iva". [MORE]
Prosegue Ambrogioni, "Il problema e' che ci sono persone, migliaia di colleghi, che a 45-50 anni sperimentano il dramma della disoccupazione, visto che e' sempre piu' difficile ricollocarli di fronte a un mercato fermo". Inoltre, evidenzia il presidente di Federmanager, "I dirigenti sono gli unici lavoratori dipendenti che non hanno alcuna tutela reale del loro posto di lavoro, possono essere licenziati in qualunque momento. Paghiamo i contributi per mobiita' ma ne siamo esclusi per legge".
Così, "Se da una parte un po' di dimagrimento si giustifica, perche' negli anni '80-'90 la nostra categoria si era gonfiata, oggi la crisi ci mette di fronte all'esigenza di fare una cura dimagrante e questo si puo' anche capire, ma ora stiamo passando all'anoressia". Queste figure professionali, specifica Ambrogioni, "Sono sole, nessuno si occupa di formarle, di fornire loro tutele previdenziali o assistenziali o assicurative. Come Federmanager ci stiamo occupando di questo problema, infatti noi vogliamo rappresentare tutto il management, sia il classico che l'atipico, ora in crescita".
Comunque sia, sempre secondo il presidente di Federmanager, "Alla base della scomparsa di cosi' tanti dirigenti, non c'e' solo la crisi economica, ma anche alcuni processi che l'hanno accompagnata. Aggiunge Ambrogioni, "Le ristrutturazione, con le imprese che tendono a diventare piu' piccole, in controtendenza a quello che occorrerebbe, e le grandi imprese che snelliscono gli organici dirigenziali; le delocalizzazioni, che spostano all'estero tante realta' produttive prima situate in Italia".
Per sopperire un pò a tale situazione, conclude Ambrogioni, "Insieme con Confindustria stiamo lanciando e finanziamo un progetto che vede i nostri dirigenti disoccupati mettersi a disposizioni delle Pmi che si fanno avanti per attivita' di coaching, formazione nei confronti del piccolo imprenditore, dei suoi dipendenti, perche' siamo convinti che questa espulsione di dirigenti anche bravi sia una perdita di valore per il sistema Paese".
(Fonte: Ansa)
Rosy Merola