Crisi Manital, il sindacato Csa-Cisal: “43 lavoratori senza stipendio. La Regione trovi soluzione
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CATANZARO 27 AGOSTO - In Regione Calabria i diritti dei lavoratori sono andati in vacanza. Purtroppo, non è una battuta, ma una semplice constatazione. Il sindacato Csa-Cisal fa riferimento al gravissimo caso che riguarda gli addetti delle pulizie degli uffici regionali. Fino a non molto tempo fa erano dei dipendenti della Manital, azienda che appunto si è aggiudicata il relativo appalto delle pulizie. Come noto, anche dalle cronache nazionali, essa versa in un profondo stato di crisi. Nelle settimane scorse il contratto dei lavoratori è passato in capo alla Puliservice, una consorziata della stessa Manital. Tra un cambio e l’altro, sono “saltati” gli stipendi maturati con il precedente contratto che decorre dal primo giugno del 2018. A quanto pare la Puliservice si è limitata a garantire i pagamenti soltanto a partire dalla maturazione del primo mese di lavoro (dal 15 al 20 settembre).
43 LAVORATORI SENZA STIPENDIO DA MESI – Tutto questo significa che ben 43 lavoratori (e di conseguenza le relative famiglie, che spesso campano con un solo stipendio) non hanno ricevuto le mensilità di giugno, luglio e la quattordicesima; senza dimenticare le ferie non godute e il Tfr. Pur non essendo regolarmente pagati da maggio, i dipendenti hanno continuato a prestare il proprio servizio evitando che gli uffici regionali rimanessero sporchi nel periodo estivo. Nonostante l’impegno profuso di fronte all’ingiustizia subita e al cospetto di una situazione così nebulosa sulle sorti del proprio datore di lavoro (la crisi di Manital è di dominio pubblico su scala nazionale) l’Amministrazione regionale – attacca il sindacato – finora non è stata particolarmente tempestiva ad attenzionare la problematica. I lavoratori sono stati lasciati nell’incertezza.
SUBAPPALTO O CONSORZIO? I DUBBI SUI CONTRATTI – Innanzitutto occorre chiarire con chi hanno a che fare i lavoratori. Manital, il 2 agosto scorso, ha inviato ai dipendenti una raccomandata con oggetto: “licenziamento per cessazione appalto”. Peccato però che nemmeno alla Regione Calabria, che è committente, risulti questo. L’appalto è ancora in essere. Altro dilemma: la Puliservice invia ai lavoratori una proposta contrattuale indicando l’oggetto dell’attività (la pulizia degli uffici regionali). A questo punto, il Csa-Cisal chiede: la Puliservice in che veste interviene? Da appaltatore subentrante? E, in questo caso, come sarebbe avvenuto il subentro e chi lo avrebbe legittimato? O, diversamente, interviene da subappaltatore? Ma allora, al contrario di quanto asserito, non vi è stata nessuna cessazione dell’appalto e comunque il subappalto andrebbe legittimato da Consip (stazione appaltante). Una delle poche certezze è che la Puliservice risulta essere una consorziata della Manital e come tale è chiamata a rispondere in questa vicenda. Questi aspetti vanno immediatamente delucidati e resi noti ai lavoratori, ne va della correttezza nei rapporti contrattuali e anche della regolarità della procedura di un appalto pubblico. Il Csa-Cisal ha posto nella giornata di ieri, lunedì 26 agosto, questi quesiti all’assessore con delega al Lavoro Angela Robbe che, finalmente, ha voluto affrontare la questione. Bisogna far capire alle ditte che non possono giocare con il futuro dei lavoratori. Peraltro, non sembra particolarmente edificante un altro episodio avvenuto nelle scorse settimane. Ai lavoratori è stata inviata, da Manital, la busta paga di giugno. Peccato che nessuno dei dipendenti finora abbia ricevuto alcun accredito. Capiamo la crisi aziendale, ma le prese in giro bisognerebbe risparmiarsele.
IL PROBLEMA DEI DEBITI PREGRESSI – Sappiamo tutti che Manital ha accumulato parecchi debiti e che i suoi crediti sono stati ceduti ad istituti bancari. Questo significa che appena la Regione liquiderà le spettanze contrattuali quei soldi non saranno utilizzati per pagare i dipendenti ma saranno trattenuti dalle banche o comunque serviranno a soddisfare i tanti creditori. Inoltre, un’altra strada che è stata ventilata, ma assolutamente non percorribile, è quella di affidare il servizio alla consorziata Puliservice, scindendola dal destino Manital. Non illudiamo – incalza il sindacato Csa-Cisal – i dipendenti con favole. Si tratta di un appalto che vale circa 1,2 milioni di euro all’anno, abbondantemente sopra la soglia consentita per l’affidamento diretto. Dunque, andrebbe fatta una nuova procedura aperta (e non violare le leggi).
POSSIBILI SOLUZIONI – I tempi così si allungano ma, come detto, non ci si può dilungare oltre: bisogna dare risposte ai lavoratori che non vedono un euro da maggio. Dunque, come ci si dovrebbe muovere? Per prima cosa fare capire la reale entità della crisi di Manital in modo da affrontare la questione come doveva essere fatto già tempo: aprire una vera e propria vertenza. Si coinvolga il prefetto, il Mise (per appalti in altre regioni, come in Piemonte e in Campania, lo si è fatto) e tutte le autorità del caso. Una possibilità – questo è quanto propone il sindacato – è di ragionare in ottica diversa, “rivoluzionaria”: pensare per prima cosa ai lavoratori. La Regione dovrebbe farsi direttamente carico (attenzione, non assumere) dei dipendenti. In pratica dovrebbe pagare i lavoratori per l’opera svolta. Solo così si avrà la certezza che saranno regolarmente retribuiti. L’utile di impresa sarà invece accantonato. Questo per evitare rivalse (anche giudiziarie) dei creditori o delle banche sulle liquidazioni della Regione nei confronti di Manital o Puliservice. C’è già un precedente analogo: i lavoratori della vigilanza che prestano servizio in Cittadella. Si utilizzi lo stesso strumento per salvare i lavoratori addetti alla pulizia degli uffici regionali.
NON PERDERE ALTRO TEMPO – S’intervenga in fretta e senza perdere altro tempo. Facciamo notare – aggiunge il sindacato CSA-Cisal – che per una vertenza analoga (sempre con la Manital e una consorziata coinvolta) si è scomodato, per tempo, in prima persona il presidente della Giunta regionale della Campania Vincenzo De Luca cercando di tutelare i lavoratori. Anche la politica, nella persona dell’assessore Robbe, prenda in mano la situazione dopo il primo incontro avvenuto ieri. L’assessore si è riservata un paio di giorni prima di fornire eventuali risposte. Si trovi al più presto una soluzione, perché i lavoratori fin dai prossimi giorni non attenderanno più in silenzio mentre subiscono questa ingiustizia e sono pronti anche ad atti dimostrativi. Si dia dignità a queste persone che stanno cominciando a richiedere prestiti per poter mandare avanti le proprie famiglie. Il sindacato Csa-Cisal non li lascerà da soli.