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BRUXELLES 09 DICEMBRE 2011- Al via, ieri, il così tanto atteso Vertice Ue, che già dalle prime battute sembra stia deludendo le aspettative. Infatti, dopo una maratona di 9 ore di trattative, i leader dell'Ue non sono riusciti a superare le resistenze della Gran Bretagna che, stando a quanto commentato dal presidente francese Nicolas Sarkozy, "aveva posto delle "condizioni inaccettabili". "La conclusione è stata che procederemo con un accordo intergovernativo dei 17 Paesi membri dell'area euro, più sei, mentre altri due non hanno ancora un mandato a partecipare (Repubblica Ceca e Svezia)", ha sottolineato Van Rompuy. [MORE]
In virtù "dei corsi e ricorsi storici", se si pensa alla storia del processo d'integrazione dell'Europa, non dovrebbe stupire più di tanto che la Gran Bretagna stia agendo in questo modo, (basti pensare alle parole attribuite a Robert Anthony Eden, Primo Ministro britannico dal 7 aprile 1955 –10 gennaio 1957, secondo cui, "La Gran Bretagna sapeva 'nelle ossa' che non poteva unirsi all'Europa").
In questo modo, l'Europa si spacca, proprio nell'appuntamento più atteso, visto come "l'ultima Chance" per l'euro. Per cercare di preservare un po' la credibilità dell'euro, si è virato verso una 'Unione di bilancio', fatta di rigore e stretta. Ma ancora una volta manca la coesione, infatti lo fa solo a '23' e sotto forma di accordo intergovernativo. In pratica, con un grande sforzo, si riesce a far entrare in questo "coabitazione", 17 paesi dell'Eurozona più altri sei, ma resta fuori la Gran Bretagna che, con l'Ungheria, si defila, inducendo, forse, qualcuno a pensare che sarebbe stato più opportuno un progetto di unità europea "dall'Atlantico agli Urali", come lo aveva auspicato ai tempi il Generale de Gaulle.
Ed è proprio il Presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, quello più duro al riguardo, scaricando tutta la colpa su Londra. Mentre Angela Merkel parla di un "buon risultato per l'euro". Per il presidente del consiglio europeo, Herman van Rompuy, "invece sarebbe stato meglio fosse nata all'insegna della "unanimita". In merito alla decisione della Gran Bretagna di rifiutare la proposta di riforma dei trattati, " Per la Gran Bretagna é stato meglio essere fuori"perché ciò che è uscito non è nel suo interesse".
Tornando al rafforzamento della governance economica che andrà avanti a 17+ 6, come ha specificato Van Rompuy, "I Paesi dell'eurozona e altri Stati membri renderenno disponibili risorse aggiuntive per 200 miliardi di euro (270 miliardi di dollari), nella forma di prestiti bilaterali, all'Fmi, la leva dell'Efsf sarà rapidamente resa operativa e l'Esm entrerà in vigore a luglio del 2012. Per il lungo periodo, abbiamo raggiunto un accordo su un nuovo patto di bilancio per l'eurozona, che è un primo risultato importante. Ci impegneremo tutti a nuove, forti regole di bilancio attraverso un maggiore automatismo delle sanzioni, l'introduzione in Costituzione della norma sul pareggio di bilancio e la presentazione alla Commissione da parte degli Stati membri delle bozze di bilancio".
Questo è quanto si legge nelle conclusioni della prima sessione di lavoro del vertice Ue, dove si apprende anche che,"Pienamente determinati a superare insieme le attuali difficoltà, abbiamo concordato oggi un nuovo 'patto di bilancio' e su un coordinamento significativamente più forte delle politiche economiche nelle aree di comune interesse". Infatti, si legge ancora, "la stabilità e l'integrità dell'Unione economica e monetaria e dell'Unione europea nel suo insieme richiede la rapida e vigorosa messa in atto delle misure già concordate così come ulteriori passi avanti qualitativi verso una genuina 'unione di stabilita' fiscale' nell'eurozona".
In riferimento al ruolo della Bce, dai lavori fino ad ora svolti, risulta che l'istituto agirà per conto del fondo salvastati temporaneo. Positive le reazioni dei Paesi Ue che, "accolgono con favore la disponibilità della Bce a operare in qualità di agente per l'Efsf nelle sue operazioni di mercato".Accordo su nuovo patto bilancio - "Pienamente determinati a superare insieme le attuali difficoltà, abbiamo concordato oggi un nuovo 'patto di bilancio' e su un coordinamento significativamente più forte delle politiche economiche nelle aree di comune interesse". Infatti, si legge ancora, "la stabilità e l'integrità dell'Unione economica e monetaria e dell'Unione europea nel suo insieme richiede la rapida e vigorosa messa in atto delle misure già concordate così come ulteriori passi avanti qualitativi verso una genuina 'unione di stabilita' fiscale' nell'eurozona".
Inoltre, previste sanzioni automatiche per chi sfora il 3% deficit sul Pil,. In tal caso, contro il Paese che viola le regole, a meno che la maggioranza qualificata di Stati membri della zona euro sia contraria". "Verranno adottate le misure e sanzioni proposte o raccomandate dalla Commissione a meno che la maggioranza degli Stati membri della zona euro sia contraria", Sottolineano i leader, "La specificazione del criterio del debito in termini di valore di riferimento numerico per la riduzione del debito (regola dell'1/20) per gli Stati membri con un debito pubblico superiore al 60% deve essere sancita nelle nuove disposizioni".
Si legge ancora che, i paesi dell'eurozona non potranno avere un deficit superiore allo 0,5%.: "I bilanci generali delle amministrazioni pubbliche devono essere in pareggio o in avanzo e questo principio si considera rispettato se, di norma, il disavanzo strutturale annuo non supera lo 0,5% del pil nominale".
Vista la piega che il Summit sta prendendo, si portebbe prendere in prestito un vecchio commento de "Il sole 24 ore", relativo ad un altro Vertice Ue (La Conferenza de L'Aja 1-2 dicembre 1969), che anche allora, alla sua vigilia, era stato caricato di tante aspettative, "Un successo di stretta misura, in cui il salto qualitativo, un salto di mentalità verso l'euperismo non c'è stato. Si è continuato a ragionare secondo i vecchi principi quantitativi del 'io do una cosa a te, tu dai una cosa a me'". Con la grande differenza che oggi la situazione è davvero critica e che, a causa delle troppe "voci soliste", stiamo rischiando di non riuscire a "riveder le stelle".
E, com'era facile prevedere, tutta questa instabilità, si sta riflettendo sull'andamento delle borse che si presentano altalenanti e sugli spread relativi ai titoli di Stato.
(Fonti: Ansa, Adnkronos)
Rosy Merola