#Crisi di governo: Letta e Crocetta, la Sicilia come l'Italia
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#Crisi di governo: Letta e Crocetta, la Sicilia come l'Italia

domenica 29 settembre, 2013

PALERMO, 29 SETTEMBRE 2013 - Governo in crisi, Italia in crisi, italiani anch’essi in crisi, e mentre i ministri del PdL danno le dimissioni, con il rischio che questo porti ad uno “stallo” parlamentare, anche la Sicilia è in crisi. 

A Palermo lo scontro tra Giuseppe Lupo, segretario siciliano del Pd e il governatore Rosario Crocetta, si è fatto sempre più duro. Proprio ieri tuonavano le parole del segretario che ha dichiarato: “Crocetta sia serio e si occupi dei problemi della Sicilia piuttosto che perdere tempo ad attaccare il Pd“. “Ci sono mille emergenze da affrontare e il presidente della Regione non può permettersi il lusso di vaneggiare pensando al suo Megafono. Crocetta pensi piuttosto ad evitare il fallimento dei Comuni. Non gli consentiremo di aumentare l’Irpef ai cittadini come aveva già deciso. Nei prossimi giorni si deciderà a Roma, in Parlamento, il futuro di 24.000 lavoratori precari dei comuni siciliani e Crocetta non ha ancora saputo dare loro una risposta rassicurante sulla loro stabilità occupazionale”. “Intervenga con il governo nazionale facendo valere l’autonomia siciliana prima che sia troppo tardi. Crocetta sa bene che il Pd non ha mai proposto nomi di assessori al posto degli attuali”.

Tutto questo arriva dopo le dimissioni dell’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi, dimissioni annunciate e presto arrivate. Queste le parole con cui Bianchi ha giustificato il gesto: "Ho deciso di rinviare la conferenza stampa prevista per questa mattina perché impegnato a dare esecuzione alla variazione di bilancio approvata ieri sera in giunta. La variazione, per molti versi, costituisce il completamento dell'opera di risanamento avviata nel 2013, nel costante tentativo di coniugarlo con l'esigenza di dare risposte economiche e sociali ai problemi della Sicilia, e in particolare a quelli degli enti locali. E' la dimostrazione del percorso credibile di gestione della finanza pubblica regionale che ha ricevuto significativi apprezzamenti (da ultimo, il Ministro Saccomanni ci ha invitato con una lettera formale a proseguire sulla strada intrapresa). Il Presidente Crocetta, che se n'è assunto la responsabilità in prima persona, mi ha sempre garantito piena fiducia e assoluta libertà nello svolgimento dell'incarico.


Non spetta certo a me risolvere la grave crisi politica che si è aperta in questi giorni. Per quel mi riguarda direttamente, tuttavia, ritengo che in queste condizioni non si possa presentare ai siciliani e all'intero Paese per il 2014 lo stesso percorso condiviso e credibile di risanamento delle finanze regionali e di rilancio dell'economia che abbiamo perseguito, seppur tra mille difficoltà, in questi nove mesi e che andava preservato.
Non posso che prendere atto di questa paradossale situazione politica, rimettendo nelle mani del Presidente Crocetta e del Partito democratico il mio incarico, con l'auspicio che la politica ritrovi le condizioni per rilanciare, in un clima condiviso di responsabilità e in una rinnovata armonia con la maggioranza voluta dai cittadini siciliani alle ultime elezioni, l'opera di moralizzazione, risanamento e rilancio dello sviluppo della Sicilia. La prossima settimana, dopo aver depositato all'ARS il disegno di legge di variazione del bilancio 2013, darò incarico ai miei uffici di predisporre tutti gli adempimenti necessari alla chiusura del mio mandato di Assessore per l’Economia”.

Letta e Crocetta sembrano essere, dunque, “uniti” in questa situazione difficile. Mentre il primo dichiara che oggi già potrebbe salire al Colle per decidere il da farsi con Napolitano, le due circostanze potrebbero avere anche “simili” probabili soluzioni. A Letta occorrerebbero senatori per formare un nuovo esecutivo, a Crocetta, basterebbe trovare qualche deputato per continuare a tenere le redini della Sicilia.

Katia Portovenero[MORE] 


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