Crimini di guerra in Yemen, on. Wanda Ferro illustra mozione di Fdi
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ROMA, 25 GIUGNO - La richiesta di immediato cessate il fuoco in Yemen e un immediato intervento contro i crimini di guerra che si stanno registrando nel paese arabo sono contenuti all’interno di una mozione presentata alla Camera dai deputati di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida, Andrea Delmastro Delle Vedove, Salvatore Deidda e Wanda Ferro.
E’ stata la vice presidente del gruppo di Fdi, Wanda Ferro, a illustrare la mozione in aula alla Camera, per sollecitare un impegno del governo rispetto a quella che è stata definita “la peggiore crisi umanitaria del pianeta” dal segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite agli affari umanitari Mark Lowcock. Secondo le Nazioni Unite, infatti, quasi l'80 per cento della popolazione yemenita ha bisogno di assistenza o protezione umanitaria.
A causa del conflitto, ha ricordato Wanda Ferro, oltre 20 milioni di persone su una popolazione totale di 24 non hanno cibo sufficiente, 9,6 milioni sono sull'orlo della carestia e 240 mila sopravvivono a malapena alla fame.
Dall'inizio del conflitto, oltre tre milioni e 300 mila yemeniti hanno lasciato le loro case, 600 mila nel solo 2018. Secondo una recente nota diffusa dall'Unicef in occasione della conferenza di Ginevra dei Paesi donatori sulla crisi dello Yemen, 11,3 milioni di bambini, pari all'80 per cento di tutti quelli nel Paese, hanno bisogno di assistenza umanitaria. Di questi, 1,8 milioni soffrono di malnutrizione acuta, fra cui circa 360.000 bambini sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione acuta grave. Secondo Unicef, almeno 2 milioni non vanno a scuola e 8,1 milioni non hanno accesso ad acqua sicura e a servizi igienico sanitari.
“Dal marzo del 2015 – hanno ricordato i deputato di Fratelli d’Italia - in Yemen è in corso una guerra civile, quando le forze ribelli Huthi hanno preso il controllo della capitale, Sana'a, dopo avere deposto l'allora presidente ’Abd Rabbih Mansur Hadi, tuttora riconosciuto dalla comunità internazionale; da allora, il regno dell'Arabia saudita – supportato da una coalizione internazionale formata da Kuwait, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Marocco, Senegal, (e in passato anche Qatar, Egitto e Sudan) e con l'appoggio iniziale di Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Francia e Turchia – conduce attacchi e bombardamenti incessanti su città e villaggi yemeniti. Questa azione militare non ha mai ricevuto un avallo formale o un preciso mandato dell'Onu che tuttavia, attraverso il Consiglio di sicurezza, ha approvato più risoluzioni che non sono riuscite a far cessare le violenze e a dare al via una soluzione negoziata”.
Un report pubblicato dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite diffuso il 28 di agosto 2018, ha accusato le forze governative dello Yemen, la coalizione a guida saudita che li appoggia, e i ribelli del movimento Huthi di non aver fatto nulla per impedire o ridurre la morte di civili, e secondo lo stesso report, poi diffuso a settembre dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, i Governi dello Yemen, degli Emirati Arabi Uniti e dell'Arabia Saudita, si sarebbero resi responsabili anche di crimini di guerra come stupri, torture, sparizioni forzate e uccisioni. Anche le milizie ribelli degli Huthi secondo il report, si sarebbero rese responsabili di crimini di guerra nel Paese arabo, verso cui, a differenza degli Emirati Arabi Uniti e dell'Arabia Saudita, è in vigore un embargo sulle forniture di armamenti.
“La situazione umanitaria in Yemen è devastante – ha spiegato Wanda Ferro - e come raccontano i dati recentemente diffusi, in continuo peggioramento. Occorre uno sforzo affinché tutte le parti in conflitto adempiano alle loro responsabilità consentendo l'erogazione senza impedimenti degli aiuti umanitari, compresi cibo, acqua e medicinali, a favore della popolazione civile. E’ quindi estremamente urgente porre quanto prima fine ai combattimenti, al fine di rendere lo Yemen, uno Stato pacifico e pluralistico nell'interesse di tutti i suoi cittadini, indipendentemente dalla etnia o fede e libero dalle ingerenze esterne”.
Nella mozione del partito di Giorgia Meloni è ricostruito il percorso che ha portato nello scorso dicembre all’avvio dei colloqui di pace a Stoccolma, ed sono state citate le risoluzioni per il ritiro del sostegno degli Stati Uniti per la campagna a guida saudita nello Yemen e la richiesta da parte di quattro paesi europei di adozione di un embargo totale sulla vendita di armamenti all'Arabia Saudita, date le gravi violazioni del diritto umanitario internazionale perpetrate da questo Paese e accertate dalle Nazioni Unite.
La mozione di Fratelli d’Italia punta ad impegnare il governo italiano a chiedere l'immediato cessate il fuoco e l'interruzione di ogni iniziativa militare in Yemen; a continuare a sostenere l'iniziativa dell'inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Martin Griffiths affinché si arrivi, se necessario, al ritiro delle truppe in campo; a proseguire, con gli altri partner internazionali, nell'azione umanitaria coordinata sotto la guida delle Nazioni Unite per alleviare le sofferenze della popolazione yemenita; a valutare l'avvio di una iniziativa finalizzata alla previsione da parte dell'Unione europea di una moratoria sulle bombe d’aereo e relativa componentistica nei confronti di tutti i Paesi coinvolti nella guerra in Yemen; a promuovere l'istituzione di un'inchiesta internazionale o di un tribunale internazionale per accertare e condannare le responsabilità per eventuali crimini commessi dalle parti in conflitto in Yemen; a sospendere le esportazioni di armamenti verso l’Arabia Saudita, supportando anche attraverso la destinazione di specifici incentivi, la differenziazione dei materiali d’armamento prodotti dalle aziende del settore, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali.