Covid: Di Maio, stop conflitti, il dovere è pensare al Paese
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Covid: Di Maio, stop conflitti, il dovere è pensare al Paese. Politica divisiva. Maggioranza si pesta i piedi. Serve lealtà
ROMA, 29 OTT - "Ci sono proteste ovunque, non solo in Italia. Anche in Germania, Spagna, Francia e Regno Unito - dove i contagi sono quasi il doppio dei nostri - le persone scendono in strada. C'è rabbia, incredulità, sofferenza. È naturale. Sono stati d'animo figli dell'incertezza. Di fronte a tutto questo l'obbligo di un governo è quello di reagire e di ascoltare, ma soprattutto è quello di assumersi le proprie responsabilità. I vandali vanno fermati, ma le piazze vanno ascoltate.
Sono un segnale che il governo non può trascurare". Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su 'La Repubblica', dove - citando Pietro Nenni - fa presente che oggi è la politica a essere divisiva. "Non basta liquidare le proteste come se le proteste fossero tutte uguali - scrive in un intervento - guardiamoci intorno e come rappresentanti delle istituzioni cerchiamo di capire che oggi uno dei messaggi più divisivi e conflittuali, forse, lo sta dando proprio la politica.
C'è un'Italia spaccata a metà, è vero, perché ad essere frammentato è l'intero arco parlamentare. C'è una maggioranza che continua a pestarsi i piedi giorno dopo giorno, le opposizioni che non perdono occasione per soffiare sul fuoco del conflitto e c'è chi riesce a contestare un decreto che ha contribuito a realizzare. È inutile cercare ragioni in questo caos".
"Il nostro lavoro deve essere un altro - rileva - abbiamo dei doveri questa volta inderogabili, doveri che rievocano il senso di unità, fraternità, umanità. Ognuno di noi di fronte allo scontro, d'ora in avanti, dovrà trovare la forza di fare un passo indietro e rinunciare. Rinunciare al conflitto per dedicarsi alla Nazione. Oggi tutti noi siamo chiamati a tracciare la strada che ci porterà fuori da questo incubo. Chi ha più testa, la usi. Servono responsabilità e lealtà istituzionale".