Costa d' Avorio: scontri fra manifestanti. E il Paese non trova via d'uscita
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Costa d' Avorio: scontri fra manifestanti. E il Paese non trova via d'uscita

mercoledì 19 gennaio, 2011

COSTA D’AVORIO – 19 GENNAIO- Scontri tra manifestanti e polizia questa mattina a Gagnoa,in Costa d’Avorio. Sono almeno tre i dimostranti rimasti uccisi per colpi d’arma da fuoco, mentre un altro è ferito gravemente.
Tutte e tre le vittime facevano parte di una marcia partita questa mattina dal centro della città per reclamare il ripristino della Commissione elettorale indipendente disciolta dal presidente Laurent Gbagbo, insieme all’intero governo. Questa era solo una delle tante manifestazioni, scattate da lunedì scorso, per protestare contro la politica giudicata autoritaria del governo di Yamoussoukro.[MORE]
La Costa d’Avorio, primo produttore al mondo di cacao ed ex potenza economica africana, sta vivendo una grave crisi politica da oltre 7 anni e finora non ha ancora ceduto alle pressioni internazionali per ripristinare un regolare processo elettorale.
Le nuove sanzioni decretate dall'Unione Europea, rischiano inoltre di rendere più difficili le esportazioni di cacao del primo fornitore mondiale, portando il Paese ad una crisi economica senza precedenti. In risposta all’auto-proclamazione come presidente da parte di Laurent Gbagbo nonostante la sconfitta alle urne, Bruxelles, da sabato 15 Gennaio vieta ogni transazione con 85 individui e 11 società sospettati di «contribuire a finanziare il governo illegittimo». Tra queste troviamo in prima linea i porti di Abidjan e San Pedro, da cui partono le spedizioni di cacao. Fonti sicure dell'Unione Europea precisano che le disposizioni vietano alle navi Europee qualunque operazione con entrambi i porti, a meno che non vengano immediatamente introdotte delle sanzioni. A detta dgeli esperti, le ripercussioni sulle esportazioni di cacao potrebbero quindi verificarsi a scoppio ritardato:
"La Costa d'Avorio potrebbe diventare un problema solo se la situazione di stallo dovesse durare per mesi o peggio degenerare in un conflitto armato, perché ne soffrirebbero gli investimenti, e se il mercato fosse stato in deficit, i prezzi del cacao avrebbero incorporato un premio molto più alto per il rischio. Non c'è panico perché l'offerta sta crescendo nelle piantagioni". Purtroppo le conseguenze di questa decisone non tardano a manifestarsi in tutta la loro tragicità: le Nazioni Unite lanciano oggi un appello disperato. Si richiedono fondi per la Costa d'Avorio ai Paesi donatori per un ammontare di circa 33 milioni di dollari per poter rispondere agli attuali e potenziali bisogni umanitari nella regione provocati dalla crisi politica. “Due milioni di ivoriani, inclusi 100 mila rifugiati e 450 mila sfollati interni, potrebbero essere colpiti se si svilupperà una grande crisi umanitaria” afferma l'Onu.
Un altro appello per raccogliere 55 milioni di dollari è stato lanciato i giorni scorsi per coprire i bisogni umanitari nei prossimi sei mesi in Liberia, dove gli ivoriani giungono al ritmo di circa 600 al giorno. Militari fedeli al presidente uscente, nelle ultime ore hanno aperto il fuoco contro soldati delle Nazioni Unite incaricati di garantire la sicurezza dell'inviato dell'Unione Africana. La denuncia è arrivata dalla missione Onu in loco, le cui unità sarebbero state attaccate nella serata di ieri mentre erano appostate davanti ad un hotel di Abidjan, in atteso dell'arrivo del premier kenyota, Raila Odinga. "Un gruppo di giovani dello schieramento del presidente ha circondato le unità di caschli blu", dichiara il portavoce della missione Kenneth Blackman in un comunicato. "Le unità armate che accompagnavano i giovani hanno aperto il fuoco in direzione dei veicoli, obbligando i militari dell'UNOCI a rispondere con colpi di avvertimento sparati in aria".
 


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