Cosa significa la scelta di Nitto Palma al ministero di Via Arenula
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Roma, 27 luglio 2011 - La nomina di Francesco Nitto Palma a ministro della giustizia solleva alcuni interrogativi circa il significato politico della scelta del successore di Angelino Alfano destinato ad occuparsi delle sorti del Popolo della Libertà. Romano, classe 1950, Nitto Palma è un magistrato in aspettativa che ha operato presso la procura di Roma. Alla terza legislatura, prima della nomina a ministro, svolgeva funzioni di sottosegretario al Ministro degli Interni con delega alla difesa civile.[MORE]
Il nuovo guardasigilli non ricopre incarichi di partito e si presenta come personalità con profilo tecnico. Questa caratteristica, nelle intenzioni della maggioranza, dovrebbe assicurare l’equilibrio necessario ad istruire il processo di revisione costituzionale mirato alla riforma della magistratura, con particolare riguardo alla separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante. La vicinanza di Nitto Palma ad un uomo come Luca Palamara, presidente dell’Associazione Nazionale dei Magistrati, di cui è stato testimone di nozze rappresenta un buon viatico per la distensione dei rapporti tra magistratura ed esecutivo. Ma la strada non è in discesa.
Nell’attesa del decreto del Presidente della Repubblica con cui si provvederà alla nomina del nuovo ministro della giustizia, nell’aula del Senato la maggioranza accelera i tempi di approvazione della legge sul “processo lungo”, un provvedimento normativo attraverso cui si renderà inutilizzabile una sentenza già emessa nell’ambito di un giudizio connesso (è il caso ad esempio del processo Mills già condannato per corruzione in atti giudiziari in relazione al procedimento penale che vede coinvolto Berlusconi come imputato) e si estenderà la facoltà della difesa di richiedere l’ammissione al processo di testimoni a discarico.
Si tratta di un’iniziativa politica che rischia di pregiudicare sul nascere la possibilità di un migliore rapporto tra magistratura e governo. D’altra parte lo stesso profilo istituzionale del nuovo ministro della giustizia risulta non totalmente tranquillizzante per l’ordine giudiziario. Alla sua prima legislatura, il deputato Nitto Palma si segnalò nel 2002 per la presentazione di un emendamento attraverso cui inserire un meccanismo di sospensione dei processi penali a carico dei parlamentari per la durata del loro mandato. Si tratta di una garanzia funzionale che verrà ripresa dal Lodo Schifani, prima, e dal Lodo Alfano, dopo, relativamente alle sole alte cariche dello Stato; garanzia poi espunta dalla corte costituzionale. Nel 2002 a causa della renitenza dell’Udc, allora parte della maggioranza di governo berlusconiana, l’emendamento venne ritirato proprio per non esasperare le relazioni con la magistratura.
Resta il fatto che la nomina di un magistrato in via Arenula rappresenta una novità nello scenario istituzionale italiano che si spiega in virtù dei caratteri politici di questa seconda metà di legislatura, con un presidente del Consiglio dei Ministri costretto a mediare con il Presidente della Repubblica per l’esercizio delle alte funzioni politiche.
Dopo l’incidente istituzionale provocato dalla cattiva gestione della nomina del ministro delle politiche agricole Saverio Romano, successivamente rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa, allorché il governo non volle vagliare le avvertenze di Napolitano circa l’opportunità di tale nomina; nell’attuale passaggio politico Berlusconi ha recepito le indicazioni del Presidente della Repubblica che ha suggerito di evitare di spostare un ministro da un dicastero all’altro (Gelmini, Brunetta) e di attingere ai parlamentari di maggioranza per l’individuazione del ministro di giustizia.
La scelta è ricaduta su un personaggio non di primissima fascia politica, con esperienza nel campo amministrativo in cui sarà chiamato ad operare. I più maligni aggiungono che la nomina di Nitto Palma è anche una risposta polemica alle recalcitranze della Lega che in occasione del voto parlamentare sull’autorizzazione all’arresto del deputato Papa non si è allineata alle posizioni del Pdl. Voci di corridoio vogliono che il rapporto tra il sottosegretario Nitto Palma e il suo superiore gerarchico, il ministro degli interni Maroni, non fosse tra i migliori. La promozione del magistrato romano può essere vista, quindi, anche come guanto di sfida all’astro nascente della Lega Nord.