Corte Conti bacchetta Poste Italiane: «Rivedere stipendi dirigenti pubblici»
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MILANO, 6 MARZO 2015 – E’ stata presentata stamane, la relazione della Corte dei Conti in merito all’esercizio 2013 di Poste Italiane, azienda pubblica in procinto di essere inserita nel mercato. L’utile si attesta attorno ai 708,1 mln di euro (leggero calo rispetto al 2012) a fronte di un ricavo totale pari a 9.432,8 mln e di un costo complessivo di 8.515,4 mln. [MORE]
Tale calo (che sui ricavi sarebbe pari allo 0.5 %) non scalfisce i nuovi obiettivi di una delle più importanti S.p.A italiane. E’ sempre di oggi, la notizia dell'introduzione del wifi gratuito nei principali uffici delle città italiane attraverso il Piano strategico poste 2020, presentato a Torino dall’amministratore delegato e direttore generale, Francesco Caio, in carica dal maggio 2014. Entro la fine dell’anno è prevista la presenza di ben 900 uffici postali coperti dal nuovo servizio offerto. In merito ai nuovi obiettivi dell’azienda, la prospettiva mercato si fa sempre più intensa. E’ lo stesso Caio a parlare di un ingresso imminente in Borsa, ribadendo che il 2015 sarà l’anno giusto per il capitolo privatizzazione. L’ad di Poste ha inoltre salutato positivamente le possibili strategie del Governo sul futuro e definitivo utilizzo della banda larga, alla luce del distacco italiano dai principali paesi mondiali sulla materia.
Tuttavia, secondo la magistratura contabile, Poste dovrà rivedere i temi dello stipendio ai dirigenti pubblici e i ritardi relativi alla normativa antiriciclaggio. Sul primo tema la Corte attesta una spesa complessiva di 150 milioni (2.5 % del costo complessivo del lavoro) mentre in relazione alla normativa si raccomanda un intervento più attento e deciso, data la natura rilevante della problematica (su tutti l’allarme terrorismo) e il già ben avviato processo di privatizzazione da parte del Governo. Appare pertanto in controtendenza, la corposa buonuscita pari a cinque annualità per l'ex amministratore delegato Massimo Sarni.
Obiettivo di Poste dovrà dunque essere quello di un rilancio dei servizi postali, in contrasto al calo delle attività principalmente tradizionali, visibilmente in declino, ma che andrà comunque reso «secondo i massimi livelli di efficienza, con interventi più promettenti quali il servizio di raccolta e consegna dei pacchi sul territorio». In linea con le previsioni della società, anche il 2014 dovrebbe attestarsi su ricavi inferiori a quelli degli scorsi anni. Dati che coincidono con i cambiamenti che stanno rivedendo le strategie future di Poste Italiane, chiamata attentamente a valutare la problematica del funzionamento delle strutture territoriali. Intanto sono già all’ordine del giorno, le polemiche sulla presunta futura chiusura di 40 uffici postali in Piemonte, entro la fine dell’anno.
Foto da: confesercenti.it
Cosimo Cataleta