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ROSARNO (RC), 16 NOVEMBRE 2014 - Organizzato dall’Associazione "Teniamoci per Mano" Onlus, si è tenuto a Rosarno un corso di clown terapia.
Questa si basa sul valore curativo della risata: Patch Adams, medico statunitense, che è stato l’ideatore della clown terapia , diffusasi dapprima in America e poi nel poi mondo, così si esprimeva a proposito dell’ilarità: « L'humour è l'antidoto per tutti i mali. Credo che il divertimento sia importante quanto l'amore. [MORE] Alla fin fine, quando si chiede alla gente che cosa piaccia loro della vita, quello che conta è il divertimento che provano, che si tratti di corse di automobili, di ballare, di giardinaggio, di golf, di scrivere libri. La vita è un tale miracolo ed è così bello essere vivi che mi chiedo perché qualcuno possa sprecare un solo minuto! Il riso è la medicina migliore ».
Il corso di clownterapia ha avuto la durata di due giorni e si è svolto sabato e domenica scorsi nella cittadina calabrese della Piana. L’Associazione che ha promosso l’iniziativa non ha scopo di lucro e perciò si compone esclusivamente di volontari di varia età ed opera su tutto il territorio nazionale. Essa è strutturata in gruppi di clown reclutati e organizzati nelle varie città d’Italia. La responsabile dell’Associazione , per la Calabria, è la Dott.ssa Anna Virgiglio, che è al tempo stesso clown e che investe egregiamente tempo ed energie per portare avanti ed incentivare da tutti i punti di vista il gruppo di Rosarno.
L’associazione Teniamoci per Mano ha sede a Napoli ed è operante in Italia dal novembre 2010. Sino ad oggi ha effettuato complessivamente 1200 giornate di clown terapia.
Il gruppo di Rosarno è presente tutti i sabati nel reparto di Pediatria dell’Ospedale S. Maria degli Ungheresi di Polistena (RC) ed opera inoltre presso l’Ospedale di Vibo Valentia.
La professione di clown, perché trattasi, che ci crediate o no, di una vera e propria professione, comporta il possesso di una serie di conoscenze teoriche oltre che la predisposizione alla risata ed all’empatia con il prossimo; ma estremamente importante è l’esperienza pratica sul campo, per mettere alla prova dette conoscenze, accrescendole e perfezionandole sempre di più.
L’attività del clown, che è finalizzata a scatenare la risata ed il divertimento, potrebbe apparire ai più come una cosa frivola, banale o superficiale. E invece vi possiamo assicurare che è una cosa molto seria…
Tanto che può essere considerata quasi al pari di una scienza o di un’arte e come tale oggetto di studio e basata su delle conoscenze e delle metodiche ben precise e sistematiche.
Le lezioni del corso sono state tenute da Rodolfo Matto, il cui nome è tutto un programma - specie per un pagliaccio - che ha dismesso i panni del clown-terapeuta per vestire quelli del clown- docente. Di origini napoletane, Rodolfo ha alle spalle un curriculum vitae formidabile ed un bagaglio culturale notevole, oltre che un’esperienza eccezionale sul campo, in veste di clown. Egli si è dimostrato molto professionale ed esigente verso gli aspiranti clown.
Rodolfo è stato inoltre molto coinvolgente ed apprezzato dagli apprendisti del corso. La formazione, come si comprenderà da quanto abbiamo sopra detto, si è rivelata per i corsisti abbastanza complessa ed impegnativa: basti pensare al fatto che molteplici sono state le materie da affrontare, per poter comprendere e svolgere al meglio il ruolo del clown.
Si è spaziato tra conoscenze teoriche e pratiche di training, con nozioni sul funzionamento cerebrale e sul sistema endocrino.
Sono state affrontate le tecniche di respirazione; costanti i riferimenti alla mimica ed alla gestualità, oltre che ovviamente alla risata. Non sono mancati elementi di chimica, fisica, medicina, psicologia, antropologia, filosofia. E molta parte del corso è stata dedicata alle tecniche di recitazione.
Giornata indimenticabile per i discenti, che sono rimasti entusiasti del corso, pur sapendo che la strada per diventare clown è appena iniziata…
Ad maiora dunque a questi simpatici e divertenti amici che allieteranno con la loro presenza le giornate magari un po’ tristi e monotone di grandi e bambini in difficoltà.
Raffaele Vinciguerra