Corrado Veneziano e l'anima dei non luoghi
Cultura e Spettacolo Lazio

Corrado Veneziano e l'anima dei non luoghi

giovedì 11 luglio, 2013

ROMA, 11 LUGLIO 2013 - Corrado Veneziano, che con la pittura ha trovato la sua forma più compiuta e diretta di espressività, sembra ammettere e sintetizzare con una figurazione altamente attenta a spazi e proporzioni, l’esistenza di una luce che dinamizza linee di fuga e prospettive con una aromaticità che dialoga con il teatro, la fotografia, il cinema.

Le immagini di Veneziano, attraversate da elementari percezioni alternate a disorientamenti, riescono a produrre un effetto di fascinoso disturbo che rivela una eccezionale ed avvolgente bellezza.

Asfalti, tombini, saracinesche, isole pedonali, piastrelle ed altri immagini inanimate riescono a determinare una attrazione, un’anima, che vuole ricordare come l’eleganza, la poesia, la delicatezza del mondo nel quale siamo avvolti sono presenti intorno a noi, nonostante la consapevolezza dell’essere, che determina un irriducibile ed implacabile finezza.

Le opere, esposte alla galleria Ecos di Roma dal 9 luglio scorso, viste secondo quanto sopra esposto, possono essere definite “ classiche “ ancorchè velate da un sottile gusto rinascimentale per l’equilibrio ed il rigore delle forme, ma allo stesso tempo contemporanee perchè provocano quasi un viaggio che, partendo da punti e linee di kandinskijana memoria, conducono verso un universo, troppo piccolo, nel quale adagiarsi ed in un “ qui “ ed in un “ ora “ vasto ma non tanto da potersi rassegnare per non poterlo esplorare.

Dotato di una solida esperienza teatrale partita all’interno del Piccolo Teatro di Milano e giunta fino alla Biennale di Venezia, arricchito da frequentazioni con la multimedialità televisiva Corrado Veneziano ha conseguito anche esperienza di docenza che si riflette nella struttura delle sue opere attraverso immagini lineari, geometriche ed immediatamente percepibili, tali da essere immediatamente percepibili per essere, tra echi, ombre ed aporie, tutte da indagare, riscoprire e decifrare.

Il bel catalogo della mostra, la cui introduzione è curata da Giulio Carlo Argan, definisce Veneziano come un artista tipicamente europeo che partecipa alla postmodernità attraverso l’assunzione del metodo dell’assemblaggio, della conversione, del riciclaggio, della contaminazione, cioè attraverso una grande serie di passaggi stilistici differenziati che consentono alla sua opera di “ massaggiare il muscolo atrofizzato della memoria collettiva “ per ristabilire l’acutezza della sensibilità creando una capillare attenzione che si mette in movimento partendo dall’uso silenzioso dello sguardo.; il testo critico dello stesso catalogo, di Achille Bonito Oliva, pone in condizione il visitatore di comprendere appieno l’arte di Corrado Veneziano.

Insomma, l’arte come rivelazione e come sollecitazione ed ampliamento della sensibilità, per chi la fa e per chi la riceve, una competa e complessa arte sociale.

La mostra è organizzata in collaborazione con Officine Domus ed usufruisce dell’organizzazione ed ufficio stampa dell’associazione culturale Teorema; Sara Iannone ha curato la comunicazione con rilevante successo di pubblico intervenuto al vernissage di presentazione.[MORE]


(notizia segnalata da paola DI PIETRO)


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