Coronavirus: Aggiornamento. Rischio sommossa torna nelle carceri ‘agenti in stato di agitazione’
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Dopo proroga sospensione colloqui, agenti in stato di agitazione
ROMA, 22 MAR - Torna il rischio di sommosse nelle carceri. A lanciare l'allarme sono alcuni sindacati della polizia penitenziaria. Scatta infatti da domani la proroga della sospensione dei colloqui tra i detenuti e i loro familiari, provvedimento preso dal Dap - che ha distribuito nelle carceri 1.600 cellulari Tim e altrettanti ne ha ordinati - per contenere il contagio del Coronavirus.
Una misura, quella dello stop alle visite, che ha fatto da 'innesco' alla rivolta scoppiata due settimane fa in quasi 30 penitenziari distruggendo interi reparti con danni per milioni di euro, come accaduto a Modena, e provocando 13 morti da overdose tra i detenuti che hanno fatto incetta di metadone, oltre al ferimento di tanti agenti, alla presa di ostaggi, e all'evasione di decine di condannati dal carcere di Foggia. In vista di una settimana che si annuncia calda,
l'Unione dei sindacati di polizia penitenziaria (Uspp), protestando anche per la mancanza di misure di protezione dal virus e di tamponi, ha indetto lo stato di agitazione sotto forma di sciopero bianco, richiamando tutti gli agenti a fare solo quello che è previsto dal mansionario. Il personale è particolarmente provato da turni massacranti di 24 ore protratti anche per tre giorni di fila e da una situazione ancora più pesante per la chiusura degli spacci interni.
Non c'è più nemmeno il conforto di un caffè. Settanta finora, secondo fonti sindacali, gli agenti contagiati da Covid19 che avrebbe colpito anche quindici detenuti. Con una nota diramata il 20 marzo, il Capo della Polizia Franco Gabrielli, ha chiesto a questori e prefetti di stare attenti ai segnali di "iniziative esterne" da parte dei familiari dei detenuti o da parte degli anarchici per poter predisporre misure di ordine pubblico. "Il Ministro dell'Interno Lamorgese ha raccolto il nostro allarme,
lo prova la nota del Capo della Polizia Gabrielli - sottolinea Aldo Di Giacomo, segretario del Spp -. Il banco di prova sarà domani con la proroga della sospensione dei colloqui". "La miscela esplosiva è da una parte la campagna 'umanitaria' che vorrebbe 'svuotare le carceri' e dall'altra i provvedimenti decisi dal Governo che consentirebbero le misure alternative con gli arresti domiciliari e il braccialetto elettronico per un numero di detenuti decisamente esiguo, circa 1600. Se alla delusione, specie tra chi ha sulle spalle molti anni di detenzione e quindi appartiene a gruppi di criminalità organizzata, si aggiunge un possibile appoggio esterno da parte delle famiglie dei detenuti e di gruppi anarchici, la situazione diventa ancor più preoccupante", sottolinea il sindacalista.
"Dobbiamo purtroppo constatare - afferma ancora Di Giacomo - che nessun provvedimento è sinora previsto da parte dell'Amministrazione Penitenziaria che, come è già accaduto nella prima ondata di rivolte che ha palesato la presenza espressa da magistrati di una 'regia occulta', continua a non saper gestire la situazione". Secondo il sindacalista, occorre inviare l'esercito per garantire l'ordine all'esterno ed organizzare gruppi di agenti della penitenziaria dotati di taser per affrontare eventuali violenze all'interno dei reparti.
Per quanto riguarda l'utilizzo dei cellulari che dovrebbero diventare 3200, "si potrà fare ricorso a questi mezzi, in aggiunta a quelli già presenti negli istituti (Skype e telefoni fissi), oltre i limiti di tempo consentito", informa il Dap. Tra le altre iniziative per tenere quanto più calma una popolazione carceraria di oltre 60mila persone che vivono stipate, c'è anche l'utilizzo senza costi del servizio di lavanderia, la possibilità di ricevere bonifici online, l'aumento dei limiti di spesa per ciascun detenuto. In arrivo anche 200mila mascherine per gli agenti della penitenziaria.
In aggiornamento