Convergenza della Scienza e Letteratura da Platone ai nostri giorni
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LAMEZIA TERME (CZ), 26 FEBBRAIO 2016 - Scienza e letteratura sono mondi contrapposti, facce di una stessa medaglia oppure entità che interagiscono dinamicamente, trovando equilibri diversi a seconda dei momenti storici e dei protagonisti? Questo quesito, che ripropone l’ antica questione sulla vicinanza o meno dei due mondi, scienza e letteratura, è stato al centro di un incontro “ Conti e racconti” organizzato dall’Uniter di Lamezia Terme, presieduta da Italo Leone. A relazionare sulla delicata tematica, dopo il breve intervento introduttivo della vicepresidente dell’Università della Terza Età Costanza Falvo D’Urso, sono stati il critico letterario Pasquale Allegro, nel ruolo anche di moderatore, la professoressa Antonietta Vincenzo e la giornalista Antonella Mongiardo. [MORE]
I relatori, attraverso valide e documentate argomentazioni, hanno tentato di trovare punti di convergenza tra la cultura umanistica e quella scientifica esaminando sia gli autori antichi che contemporanei tra cui Platone, Dante, Galilei, Leopardi. « Dante – ha affermato Antonella Mongiardo – ama sia la scienza che la scrittura. Tracce di cultura scientifica si trovano persino nel II canto del Paradiso quando Beatrice conversa con Dante sulla natura delle macchie solari. Scienza e letteratura – ha proseguito - si possono immaginare come due pianeti che ruotano attorno allo stesso sole.
Oggetti sempre in equilibrio, che si avvicinano in certi momenti e si allontanano in altri». Le fratture tra scienza e letteratura iniziano a sorgere dopo l'Illuminismo, soprattutto con la rivoluzione industriale. « La trasformazione mostruosa delle città – ha sostenuto Antoniettta Vincenzo - in enormi dormitori per operai, lo sfruttamento di questi ultimi e la demolizione delle strutture stesse della famiglia e della società, fecero sì che gli intellettuali cominciassero a vedere la scienza, e soprattutto la tecnologia di cui sembrava essere al servizio, con uno sguardo fortemente critico». Clarles Percy Snow, fisico e romanziere, con il saggio “Le due culture”, è il primo a denunciare la frattura la cultura umanistica e quella scientifica mentre Italo Calvino nella “ Coscienza di Zeno” solleva la questione etica riguardo l’applicazione della scienza alla tecnologia e in “ Cibernetica e fantasmi “ prospetta un’ipotesi di calcolabilità della letteratura. E ancora Primo Levi nell’opera “ Se questo è un uomo” esamina i vantaggi e gli svantaggi dell’essere chimico e scrittore.
Nel ‘900, però, molti letterati sono anche uomini di scienza come Carlo Emilio Gadda, ingegnere e romanziere, il quale stigmatizza il ritardo tutto italiano e provinciale nei confronti della cultura scientifica. Nel dibattito odierno si evidenzia che la letteratura non ha cattivi rapporti con la scienza. « Si possono citare a riguardo - ha concluso Antonietta Vincenzo – i moltissimi romanzi di fantascienza senza dimenticare il grande scrittore Musil che nell’opera “ L’uomo senza qualità” formula interessanti riflessioni sulla funzione della scienza». Interessante infine la trattazione di alcuni aspetti della matematica come punto di contatto tra diversi ambiti del sapere, dalle scienze naturali alla storia dell’arte.
In foto: Antonietta Vincenzo -Pasquale Allegro - Antonella Mongiardo
Lina Latelli Nucifero