Convalidati i fermi dei malavitosi del Ponente Ligure. Implicato pure un noto avvocato di Sanremo
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SANREMO (IM), 04 SETTEMBRE 2012- Sono stati convalidati dalla dottoressa Maria Grazia Leopardi, Gip presso il Tribunale di Sanremo, i sette fermi di Polizia Giudiziaria operati dai Carabinieri del Comando provinciale di Imperia, su ordine del Procuratore Capo della Repubblica di Sanremo Roberto Cavallone e del suo Sostituto Paola Marrali, al termine della scorsa settimana.
I fermati per i quali ora è stata disposta la custodia cautelare in carcere sono collegati al clan dei Pellegrino di Bordighera, considerato uno dei più temibili del Ponente ligure, e sono accusati di una serie di attentati incendiari commessi contro varie imprese della zona tra il Dicembre 2011 ed il termine dello scorso mese di Agosto nonché di spaccio di ingenti quantità di cocaina nei circoli della cosiddetta “ Sanremo- bene”. In manette sono finiti i tre fratelli Pellegrino, Michele, Giovanni e Roberto, l’ex armiere sanremese Simone Calvini, la sua consorte Lara Gambacorta nonché altre due persone della “ Città dei Fiori”, Daniele Valsecchi e Giuliano Manzo.
Indagato a piede libero pure un noto e giovane avvocato sanremese, da molti conosciuto in città come “ il legale degli stranieri”, Fabrizio Spigarelli accusato di essersi fatto pagare dal Calvini le parcelle, legate alla propria attività da professionista, in cocaina. Spigarelli è imputato per falsa testimonianza in quanto, secondo gli inquirenti, avrebbe cercato in sede di interrogatorio di confondere le acque a tutto vantaggio degli arrestati. I tre fratelli Pellegrino, originari di Seminara nella famigerata Piana di Gioia Tauro, ufficialmente compaiono nel panorama economico del Ponente ligure come imprenditori nel ramo del movimento terra.
La loro azienda in pochi anni si è evoluta fino a diventare una delle maggiori del comparto nelle province di Imperia e Savona. Secondo l’accusa lo avrebbe fatto in maniera illecita ricorrendo all’uso del fuoco per distruggere i mezzi dei concorrenti, tra cui nello specifico quelli della ditta “ Tesorini” di Bordighera colpevole di esserle subentrata in alcuni importanti lavori dopo che l’autorità giudiziaria l’aveva cautelativamente posta sotto sequestro. In un'altra occasione, poi, i Pellegrino avrebbero ordinato di bruciare il bar, situato in un centro commerciale di Taggia, di un loro amico colpevole solamente di uno sgarro. Se la circostanza venisse confermata e provata ci si troverebbe di fronte a modalità d’azione dal sapore tipicamente mafioso ed allora non si comprenderebbe il perché debba essere la Procura di Sanremo a continuare a seguire l’intera indagine piuttosto che la Direzione Nazionale Anti- mafia di Genova.
Gran parte dell’ipotesi accusatoria si basa sulla chiamata in correo da parte di un cinquantenne pregiudicato della zona che apparteneva ai commando incendiari ma che quando, arrestato per alcuni furti, si sentì abbandonato in carcere ha deciso di vuotare il sacco.
Le intercettazioni ambientali e cinematografiche, operate dagli inquirenti, hanno completato il quadro. Il medesimo pentito ha affermato che tra i clienti che acquistavano cocaina dagli arrestati vi erano tre avvocati del Foro di Sanremo, tra cui Spigarelli, ma qua, oggettivamente, pare che i supporti probatori siano più deboli. [MORE]
Sergio Bagnoli