Conte rilancia sull'agenda 2023, il Pd alza il tiro Crimi, Scontro Lega-Premier
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ROMA, 27 GEN - La maggioranza prova a guardare con rinnovata fiducia ad un orizzonte temporale di fine legislatura. "Non vedo l'ora di incontrare le forze politiche, individuare le priorità, un cronoprogramma e un'agenda da definire nel dettaglio per il 2023. Non possiamo più permetterci smarcamenti o bandierine", esulta il premier Giuseppe blindando il suo governo e mettendo in guardia gli alleati. Il Pd si scopre, un po' a sorpresa, più forte di quanto non immaginasse e di fronte al tracollo elettorale del M5s alza il tiro e chiede un cambio di passo, soprattutto per quanto riguarda i rapporti di forza tra i partiti che siedono a palazzo Chigi.
"Mi aspetto un rilancio della stagione riformista del governo" mette in chiaro il segretario del Pd, Nicola Zingaretti che invita il premier a proseguire nell'intento di "aprire la fase due del governo". Ma è il vicesegretario dem, Andrea Orlando, che introduce la nuova variabile data dal risultato elettorale: "E' giusto che oggi si usi questo risultato per modificare l'asse politico del governo su molte questioni. Ad esempio il M5S, dopo questa severa sconfitta, dovrebbe rinunciare a un armamentario che non paga elettoralmente e che rende difficile l'attività di governo". Ma i 5 Stelle non ci stanno e pur ammettendo la sconfitta nelle urne lo mettono subito in chiaro.
"I rapporti di forza non cambiano" avverte il "reggente" del Movimento Vito Crimi che continua: "Ho ascoltato le parole di Conte e Zingaretti: l'idea oggi è di lavorare su progetti e sull'idea di Paese. Abbiamo un'agenda che nasce da prima di queste regionali", ricorda,"il Parlamento è questo e dura cinque anni". Un dato certificato anche dal premier: "i numeri in Parlamento sono immutati". Eppure è lo stesso premier che cerca di ammantare l'esecutivo di un nuovo collante, forte anche della reazione dei mercati che hanno salutato l'allontanamento di un rischio dei caduta del governo con un immediato calo dello spread sceso, nei confronti del Bund tedesco a quota 142, ai minimi da novembre.
"La prospettiva di governo è di più ampio respiro: dobbiamo lavorare per contrastare questa destra. Mi auguro che si possa rafforzare un ampio fronte progressista, riformista, alternativo alle destre" è il suo rilancio. A cui risponde da un lato il nuovo capo politico dei 5 Stelle ("Dobbiamo lavorare sui temi e non su una collocazione. Di fare un fronte per sconfiggere le destre ai cittadini non frega niente") e dall'altro Matteo Salvini. "Il signor Conte passa il tempo ad attaccarmi e a dire che deve lavorare per contrastare me e le destre.
Lavori per gli italiani perché chi vive di rabbia e di rancore vive male" replica con stizza il leader della Lega, attaccato dal premier anche per le sue 'citofonate' in campagna elettorale definite un comportamento "indegno", in pratica "un dagli all'untore che non possiamo accettare, tantomeno da chi per 15 mesi ha fatto il ministro dell'Interno". Eppure anche Salvini, nonostante l'incoraggiante risultato raggiunto in Emilia, dove non ha messo a segno la sperata spallata ma dove "il ricambio - dice - è solo rinviato", finisce sotto accusa. Forte del risultato ottenuto dalla Santelli in Calabria,
Silvio Berlusconi può infatti rilanciare: "il centrodestra può vincere solo se esiste un'area di centro liberale, cristiano, garantista adeguatamente forte". Quanto ai candidati vincenti, se Stefano Bonaccini invita il Pd ad apprendere una "lezione per il futuro", dall'altro tira le orecchie al M5s: "hanno perso un'occasione". Come Zingaretti ringrazia invece anche lui le Sardine "per la straordinaria mobilitazione che hanno saputo mettere in campo". E loro promettono che torneranno a fare da guardiani anche alle prossime regionali: "saremo attenti e vigili dove si è già votato, saremo presenti e agguerriti dove si voterà". E dove - assicura Crimi - i 5 Stelle confermano il loro candidati senza ripensamenti rispetto ad un'intesa con il Pd.