Conte: “Porti chiusi formula inaccettabile”. Ma il ministro Lamorgese frena il premier
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ROMA, 19 SETTEMBRE – Intervistato da Enrico Mentana sul palco della festa di Articolo1 (una delle componenti di LeU, che appoggia il governo Conte II in Parlamento), il Presidente del Consiglio si è soffermato sul tema dell’immigrazione, sostenendo di non aver mai accettato di parlare di “porti chiusi”, ritenendo questa una formula riduttiva per descrivere le modalità di gestione del fenomeno. Proseguendo, Conte ha aggiunto che è sempre di fondamentale importanza il rispetto e la tutela dei diritti umani, indipendentemente dal fatto che i porti siano aperti o chiusi all’immigrazione.
Le parole di apparente apertura del premier ad un nuovo corso nella gestione dei flussi migratori andrebbero di pari passo con le promesse esternate in Parlamento in occasione della presentazione del programma del suo secondo esecutivo. Conte aveva dichiarato di avere intenzione di superare l’approccio emergenziale nei confronti dei migranti e la politica della chiusura dei porti, superando le misure contenute nei decreti sicurezza che erano state fortemente volute e difese dall’ex ministro Salvini. “La questione andrà affrontata nel suo complesso – aveva affermato Conte – anche attraverso la definizione di un’organica normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e l’immigrazione clandestina, ma che nello stesso tempo “si dimostri capace di affrontare ben più efficacemente i temi dell’integrazione, per sostenere coloro che ne hanno diritto, ma anche rivedere le modalità dei rimpatri, per coloro che non hanno titolo per rimanere”.
Al di là delle distinzioni fra aventi diritto o meno all’immigrazione, la rotta mediterranea per moltissimi profughi non s’è mai chiusa neppure durante il primo mandato-Conte ed in presenza di esponenti leghisti nell’esecutivo, dunque di certo il nuovo governo a sua volta non avrà la possibilità materiale di chiuderla. L’approccio più morbido paventato dal premier, comunque, è atteso al suo primo banco di prova nei prossimi giorni, dato che la nave “Alan Kurdi” della ong tedesca Sea Eye attende al largo di Malta l’autorizzazione per entrare in acque territoriali italiane, mentre la “Ocean Viking” di Sos Méditerranée ha soccorso altri 50 naufraghi davanti alle coste libiche. “Abbiamo chiesto al Ministero dell’Interno – hanno dichiarato i capi missione delle due ong operanti nel Mediterraneo – se ora che l’Italia ha un nuovo governo il cosiddetto decreto Salvini sia ancora valido. Il Ministero ce lo ha confermato e pare che per il momento intenda continuare ad applicarne le disposizioni. Apparentemente, dunque, anche questo esecutivo sta mantenendo una posizione di fermezza contro gli sforzi di salvataggio di civili”. Il decreto sicurezza bis, in effetti, è formalmente in vigore, per cui è del tutto legittimo ogni provvedimento di interdizione alla navigazione in acque italiane. In sostanza, almeno per il momento, la linea adottata dal nuovo Ministro, Luciana Lamorgese, non sembra lontana da quella inaugurata dal suo predecessore Salvini: i porti italiani ad oggi restano chiusi ai migranti e la promessa di un atteggiamento più umano nei confronti di chi prende il mare alla ricerca di fortuna in Europa sembrerebbe essere l’unica differenza del nuovo corso governativo.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: ilpost.it