Consultazioni, Mattarella: 'Servono intese non emerse. Sì a secondo giro di consultazioni'
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ROMA, 05 APRILE – Si è concluso il primo giro di consultazioni da parte del presidente della Repubblica per la formazione del nuovo governo. Mattarella ha dichiarato che “nessun partito e nessuno schieramento dispone da solo dei voti necessari per formare un governo e sostenerlo ed è indispensabile quindi, secondo le regole della nostra democrazia, che vi siano intese tra più parti per formare una coalizione che possa avere una maggioranza in Parlamento e sostenere un Governo. Nelle consultazioni in questi due giorni questa condizione non è ancora emersa”. [MORE]
Mattarella ha dichiarato di voler lasciar passare alcuni giorni, in modo da poter riflettere su ciò che gli è stato comunicato durante i colloqui e dar modo ai partiti di “valutare responsabilmente la situazione, le convergenze programmatiche, le possibili soluzioni per dare vita a un governo”. “Sarà utile anche a me – aggiunge - per analizzare e riflettere su ogni aspetto delle considerazioni ricevute”. Settimana prossima, dunque, inizierà il secondo giro di consultazioni al Colle.
Ultima delegazione a presentarsi al Quirinale è stata quella del Movimento 5 Stelle, composta da Luigi Di Maio, Danilo Toninelli e Giulia Grillo. Il capo politico del Movimento ha detto a Mattarella di sentire “tutta la responsabilità di essere la prima forza politica, di voler lavorare il prima possibile per assicurare una maggioranza ad un governo del cambiamento”.
Sulle possibili alleanze, Di Maio attacca (ma senza nominarla) Forza Italia: “Non vogliamo spaccare la coalizione di centrodestra ma non riconosciamo una coalizione di centrodestra, perché non solo si sono presentati alle elezioni con tre candidati premier ma perché si sono presentati alle consultazioni separati. E una di queste forze non riconosce il M5s, perciò ci rivolgiamo alla Lega”, spiega l’ex vicepresidente della Camera. “Ma non abbiamo posto veti a nessuno – aggiunge - abbiamo discusso di temi, ci siamo fatti un'idea di quali potessero essere gli interlocutori per un governo del cambiamento”.
Di Maio ha riproposto l’idea del contratto alla tedesca, da firmare eventualmente o con il PD o con la Lega: “Un contratto di governo si può sottoscrivere o con la Lega o con il PD. Questi sono i due interlocutori, è chiaro che sono due soluzioni alternative”. Il capo politico dei 5 Stelle ha poi brevemente commentato la situazione in casa dem: “Le mie aperture sono sincere, ma voglio anche precisare che rispetto a quello che ho letto in questi giorni io non ho mai voluto spaccare il Pd; mi rivolgo al Pd nella sua interezza perché al di là delle differenze di vedute non ci permetteremo mai di interferire nelle loro dinamiche interne”.
Di Maio ribadisce che al governo del Paese dovrebbe andare “chi è stato legittimato dal popolo”. Per il leader grillino il no degli italiani a governi di scopo, tecnici o governissimi è stato chiaro. Bisogna “governare per cambiare e non per continuare a sopravvivere; mettere al centro soluzioni e non giochi di palazzo”, aggiunge.
La conclusione è dedicata alla politica estera di un eventuale governo grillino: “Come ho ribadito durante tutta la campagna elettorale, abbiamo ottenuto 11 milioni di voti su una posizione ben precisa che abbiamo ribadito al presidente. Con noi al governo l'Italia resterà alleata dell'Occidente nel Patto atlantico, nell'Unione europea e monetaria: è questo l’obiettivo”.
fonte immagine corriere.it
Danilo De Rosa