Congo, ventisei famiglie adottive italiane bloccate da oltre un mese nel Paese
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KINSHASHA (CONGO), 13 DICEMBRE 2013- Si erano recate in Congo per conoscere i portare con sé i figli adottivi. Ma un cavillo burocratico sta bloccando da oltre un mese ventisei famiglie italiane nel Paese.
L’adozione di alcuni bambini congolesi si sta rivelando particolarmente complessa per le ventisei famiglie italiane che ad inizio ottobre si sono recate in Congo per conoscere i figli. La vicenda si era complicata già lo scorso 27 settembre, quando la Direzione nazionale delle migrazioni aveva comunicato alle Ambascite di accoglienza dei bambini che le operazioni di rilascio sarebbero state sospese per circa un anno, a partire dal 25 settembre, a causa di alcune irregolarità. Tuttavia la situazione si era sbloccata già in ottobre, grazie all’intervento di una commissione competente che aveva stilato una lista delle coppie che, avendo presentato la documentazione prima del 25 settembre, erano ritenute idonee alla partenza. Giunte a Kinshasha ad inizio novembre, le ventisei coppie italiane non sono ancora state autorizzate a ripartire. Tra le famiglie c’è anche un coppia trevigiana, andata in Congo per adottare un bimbo di 13 mesi. Il governo italiano sta trattando con le autorità congolesi, mentre l’associazione AiBi, che si è occupata delle adozioni, ha lanciato una petizione di sensibilizzazione. Ieri il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, si è interessato alla vicenda e l’onorevole Floriana Casellato, sindaco di Maserada, ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministro Cecile Kyenge e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per sollecitare un loro intervento urgente. “Il Ministro Kyenge” ha detto Casellato “in qualità di presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali, ha incontrato lo scorso novembre alcuni rappresentati del governo africano ricevendo rassicurazioni sul fatto che le adozioni di cittadini italiani concluse prima del 25 settembre sarebbero andate a buon fine. Queste buone intenzioni sono state disattese e oggi ventisei famiglie sono bloccate senza la possibilità di rientrare nel nostro Paese. È per questo che abbiamo depositato un’interpellanza urgente, a prima firma della collega Quartapelle, che verrà discussa questa settimana alla Camera, ove si chiede 'quale supporto economico e diplomatico il Ministero abbia intenzione di fornire alle famiglie adottive coinvolte in questa situazione”.
Federica Sterza
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