Confcommercio, pressione fiscale al 44,3% nel 2013: «Taglio tasse è solo illusoria»
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MILANO, 07 GENNAIO 2014 - «Purtroppo anche nel 2014 la riduzione della pressione fiscale è soltanto illusoria e il livello si manterrà sopra il 44,2%». Questo è il monito lanciato dal centro studi della Confcommercio, che ha sottolineato che - nel 2013 - la pressione fiscale ha sfiorato un altro record negativo, portandosi a 44,3% .
Entrando nel merito, puntualizza Confcommercio: «Nell'anno appena conclusosi, il prelievo sotto forma di imposte e contributi previdenziali è aumentato di circa 1,6 miliardi di euro rispetto al 2012. Parimenti, nello stesso arco di tempo, il Pil nominale ha subìto una flessione di oltre 8,7 miliardi di euro. Ne consegue che il rapporto aritmetico che esprime la pressione fiscale, è salito nel 2013 al 44,3%, vale a dire tre decimi di punto in più rispetto al livello del 44% circa raggiunto nel 2012». [MORE]
A causa di ciò, evidenziano gli economisti dell'organismo di rappresentanza delle imprese che sono impegnate nel commercio: «Invece che di riduzione delle tasse si dovrebbe più correttamente parlare di incremento assoluto delle "tasse" nonché di incremento del carico fiscale (cioè in proporzione al Pil). Nel 2013 per ogni euro prodotto in Italia la frazione di imposte, tasse e contributi pagata su quell'euro è cresciuta di altri 3,5 decimi di punto percentuale assoluto, aggiornando il record assoluto della pressione fiscale apparente nella storia d'Italia già raggiunto nel corso del 2012. Nel 2013 non c'è stato affatto l'avvio di un percorso di riduzione della pressione fiscale e si è assistito, invece, a parziali effetti redistributivi che modificano il mix del gettito tra le diverse categorie di contribuenti».
E così - per il 2014 – le previsioni si fanno cupe: «Purtroppo anche nel 2014 la riduzione della pressione fiscale è soltanto illusoria (le previsioni Governative parlano di centesimi di punto percentuale) e il livello si manterrà sopra il 44,2%. Vale la pena di ricordare che la previsione governativa della pressione fiscale nel 2014 al 44,2% è compatibile con una crescita del Pil reale dell'1%, un tasso di variazione che nelle attuali condizioni economiche del paese non sarà facile raggiungere».
Uno scenario, prosegue Confcommercio, che «per riavviare il processo di crescita, richiede più coraggio e più incisività nei tagli alla spesa pubblica e, soprattutto, politiche fiscali dal lato dell'offerta, a cominciare da una incisiva riduzione degli oneri fiscali che gravano sui fattori produttivi, primo fra tutti il lavoro». In particolare, secondo quanto suggeriscono gli economisti, per far ripartire il Paese, occorre puntare alla «riduzione del carico fiscale, il quale deve, dunque, essere l'obiettivo prioritario e irrinunciabile dell'azione di Governo nel prossimo futuro. Non spostare o rimodulare, ma ridurre, semplicemente ridurre in modo certo, progressivo e sostenibile la pressione fiscale è l'esigenza fondamentale di lavoratori, imprese, pensionati. È il solo modo, questo, per rilanciare le forze produttive vitali, ben presenti nel nostro paese».
(Fonte: Ansa)
Rosy Merola