Concordia, De Falco al processo: falla "ammessa" solo successivamente
Cronaca Toscana

Concordia, De Falco al processo: falla "ammessa" solo successivamente

lunedì 9 dicembre, 2013

GROSSETO, 9 DICEMBRE 2013 - Gregorio De Falco testimonia al processo per il naufragio della Costa Concordia. L'uomo che aveva richiamato in tono perentorio Schettino affinché tornasse sulla nave, dichiara che dalla Concordia ammisero la falla solo dopo essere stati contattati più volte da terra, dalla capitaneria di porto di Livorno.

Partecipando come teste al processo di Grosseto, De Falco dichiara che alle "22.38 la nave dava il segnale di distress". Prosegue poi affermando: "Chiamo io la nave perchè non convince la situazione di apparente tranquillità che loro dichiaravano. A seguito di questo ammettono che c'è una falla e non un semplice black out, così possiamo inviare motovedette ed elicotteri di soccorso". [MORE]

Da altre dichiarazioni di Gregorio De Falco, emerge inoltre che le circostanze relative all'incidente pervenute tramite i carabinieri di Prato, non sarebbero "coerenti con quanto dichiarato dalla nave". Dichiara infatti De falco: "Mentre dalla nave ci davano rassicurazioni sulla situazione a bordo, i carabinieri di Prato ci avevano avvisato della telefonata di una parente di una passeggera secondo cui la nave era al buio, erano stati fatti indossare i giubbotti di salvataggio, erano caduti oggetti e suppellettili".

In sostanza, la descrizione di De Falco riporterebbe quindi a un situazione di evidente gravità, nella quale la Costa Concordia avrebbe dichiarato black out e solo successivamente avrebbe ammesso la falla, dopo essere stata più volte richiamata dalla capitaneria di porto.

Valentina Vitali

(Foto: hightech.blogosfere.it)


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