"Come un tuono" di Derek Cianfrance, storia in tre atti di un riscatto impossibile
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Come un tuono, terzo lungometraggio di Derek Cianfrance, dopo Brother Tied (1998) e Blue Valentine (2010), viene distribuito nelle sale italiane il 4 aprile 2013. Il titolo originale del film - The place beyond the pines (Il posto al di là del bosco di pini) - è la traduzione inglese dalla lingua mohawk del nome Schenectady, cittadina dello Stato di New York in cui sono ambientate le vicende.
Derek Cianfrance ritorna ad esplorare un tema che si dimostra essergli particolarmente caro, il dramma familiare contemporaneo, già affrontato nei precedenti film (rapporto fra fratelli in Brother Tied, rapporto di coppia in Blue Valentine), indagando questa volta il rapporto padre-figlio, topos archetipico della cultura americana. Se Blue Valentine si può considerare l’esperimento di un moderno Scene da un matrimonio, Come un tuono può essere interpretato come il tentativo di mettere in scena un moderno dramma epico, con riferimento alla tragedia greca di Eschilo per le riflessioni in merito all’ereditarietà della colpa, tramandata di padre in figlio. Il destino, inteso in senso classico - fatalità ineluttabile - è il perno attorno a cui è costruita la vicenda e rappresenta altresì il nucleo fondante che permette allo spettatore di non perdere il filo all’interno di una matassa fitta, disomogenea e cangiante.[MORE]
Luke Glanton (Ryan Gosling) è un abile pilota di moto che si esibisce nello spettacolo ambulante del “globo della morte” a Schenectady. Un giorno scopre che una sua ex ragazza, Romina (Eva Mendez), ha dato alla luce un bambino. Decide di rimanere in città per prendersi cura del figlio ma, non riuscendo a trovare un lavoro onesto, inizia a rapinare banche locali con successiva fuga in moto. A seguito di una di queste rapine Luke viene ucciso dal poliziotto Avery Cross (Bradley Cooper), anch’egli padre da poco. Quindici anni dopo, Jason e Aj, figli rispettivamente di Luke e Avery, divengono amici e scoprono la verità sul proprio passato.
Come un tuono racconta la storia di due generazioni attraverso le vite di quattro uomini, due padri e due figli.
Il film è strutturato in tre atti consequenziali dove ogni personaggio lascia il testimone a quello successivo e dove l’eroe principale, Luke Glanton, il personaggio più carismatico e di maggior empatia, viene ucciso ad 1/3 del film, impresa finora riuscita in modo esemplare solo ad Alfred Hitchcock con Psycho. Mi è sempre piaciuto molto Psycho di Hitchcock – ha dichiarato il regista – e come nel film l’attenzione si sposti in modo così incredibile da Janet Leight a Anthony Perkins. Volevo fare qualcosa del genere. In realtà, questo tentativo ambizioso si diluisce fortemente in qualcosa di ben diverso; il motore del film diviene la storia generazionale, i tre atti del racconto sono percepiti come tre film in uno solo, tre storie legate da un filo conduttore che diviene anche il tema dominante: la fragilità dei figli costretti ad accettare e gestire - o subire - le conseguenze delle scelte dei padri, una paternità intesa come riflesso costante sul quale modellare la ricerca della propria identità personale.
Il significato più profondo, che i sovrabbondanti 140 minuti di film intendono trasmettere, riguarda la fatalità del bene e del male mai equamente distribuiti da una parte o dall’altra. Entrambi i personaggi commettono azioni criminose ma, in relazione alle contingenze in cui tali azioni avvengono, possono essere considerati ugualmente eroi ed ugualmente criminali, senza che alcun giudizio o assoluzione possa essere pronunciata e sancita da leggi e tribunali di questa terra. Luke viene ucciso, forse ingiustamente, mentre cerca di dare in qualche modo un futuro al proprio figlio; Avery, forse in modo altrettanto ingiusto, viene osannato come eroe per aver ucciso un malvivente. La verità del bene e del male, se non dimora da nessuna parte, conserva il peso del senso di colpa nella coscienza. Tale senso di colpa non si sconta e non si estingue, si tramanda di generazione in generazione, dando vita ad altre colpe e ad altra ingiustizia.
La bellezza più autentica del film non è sicuramente contenuta nella struttura tecnica della trama o nel suo sviluppo narrativo e filosofico (che rimanda esclusivamente ad esempi classici e a qualche approfondimento della filmografia di Clint Eastwood), quanto nella resa in immagini del racconto. Il direttore della fotografia - Sean Bobbitt - privilegia l’utilizzo della macchina a spalla e la luce naturale, che danno al film una fortissima carica di realismo e rendono coinvolgenti le scene d’azione. Le emozioni dei personaggi vengono scolpite in modo plastico dall’uso della luce e del colore che dialogano con un ritmo armonico quasi fossero note su uno spartito; la colonna sonora, curata da Mike Patton, conferisce profondità lirica e intimità ai momenti drammatici.
Titolo originale: The Place Beyond the Pines
Interpreti: Ryan Gosling, Bradley Cooper, Eva Mendes, Rose Byrne, Ray Liotta, Dane DeHaan, Ben Mendelsohn, Bruce Greenwood, Harris Yulin, Emory Cohen
Origine: USA, 2012
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 140'
(In foto Ryan Gosling in una scena del film)
Gisella Rotiroti