Citta' metropolitane: a Torino e Milano sindaco M5S ma senza maggioranza. Anci:"Club del PD"
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TORINO, 11 Ottobre - Una situazione paradossale. Vincere le elezioni ma non avere la maggioranza in consiglio. Parlando di Città metropolitane poi, Virginia Raggi e Chiara Appendino avranno vita dura. Negli enti che hanno sostituito le province per le grandi città, infatti, i due sindaci a cinque stelle non avranno maggioranza assoluta.
Le elezioni di secondo livello, quelle dove partecipano i consiglieri comunali, hanno composto due assemble particolari a Torino e Roma. In Piemonte, Chiara Appendino raggiunge la parità con i consiglieri PD solo grazie al suo seggio: il Partito Democratico ha infatti raggiungo quota 8 consiglieri, subito dietro i Cinque Stelle a 7 e poi il Centro destra a quota 3. Roma, invece, vede i pentastellati con 9 consiglieri, 8 al Centro sinistra e 7 al Centro destra. Buoni numeri, ma sempre sotto la maggioranza assoluta.
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Parimenti accade a Napoli, dove la lista civica di De Magistris avrà conto tutte le forze di opposizione che nei numeri superano i consigleri del ex-magistrato. Più semplice la situazione a Milano, con Centro sinistra si afferma con 14 consigleri su 24, a Bologna (13 PD su 18) e Barletta-Andria-Trani. Per governare Roma e Torino, quindi, i 5 Stelle dovranno fare accordi con l'opposizione per l'approvazione di tutte le proposte, a partire dall'approvazione del bilancio. Immediata la replica di Grillo che definisce gli enti una "presa in giro: si scrive Città metropolitane e si legge Province. Questi enti inutili rimangono cambiando nome".
Virginia Raggi commenta così l'esito delle votazioni: "È l'effetto di quando alle urne vanno i politici e non i cittadini. Se voteranno contro [il bilancio], centrodestra e centrosinistra si prenderanno l'onere di far commissariare l'ente. Governeremo sui temi".
Chiara Appendino è a Dubai in missione e non sarà a Torino entro giovedì e non ha espresso alcun commento riguardo le votazioni, ma i suoi collaboratori hanno così commentato: "Abbiamo ottenuto un ottimo risultato, ci assumeremo la responsabilità di governare".
Altre minacce politiche dei 5 Stelle, questa volta nei confronti dell'Anci, l'associazione dei sindaci italiani. Al momento il candidato super favorito è Antonio Decaro, sindaco di Bari, in forza al PD. La situazione piace poco a Luigi Di Maio e i pentastellati: "L'Anci doveva essere un "sindacato" dei Comuni per difendersi dai tagli governativi ai servizi essenziali. Si è trasformato in un club del Pd. Se entro gennaio non cambiano le cose, i 37 sindaci 5 Stelle se ne vanno".
Leonardo Cristiano
immagine da: ilfattoquotidiano.it