Cisterna di Latina: carabiniere spara alla moglie, uccide le figlie e si suicida
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CISTERNA DI LATINA, 28 FEBBRAIO – Un appuntato dei Carabinieri, Luigi Capasso, ha sparato alla moglie con la pistola d’ordinanza e poi si è barricato in casa con le due figlie, di 14 e 8 anni. L’uomo, dopo nove ore di trattative, si è suicidato. Anche le bambine sono state trovate morte.
L’aggressione alla moglie, scaturita nel corso di un litigio, è avvenuta alle cinque del mattino all’interno del garage dell’abitazione della coppia. La donna, di anni 39, si stava recando a lavoro. La vittima è ricoverata al San Camillo di Roma, dove è stata trasportata in eliambulanza, e verserebbe in gravissime condizioni. Secondo alcune indiscrezioni, la donna sarebbe stata colpita alla mandibola, alla scapola e all’addome. Sembrerebbe che la coppia si stesse separando e che il carabiniere non accettasse la decisone presa dalla consorte.
Il carabiniere, di anni 44, dopo aver sparato alla moglie è rientrato in casa e avrebbe ucciso le figlie mentre dormivano. Risulta probabile, anche se la notizia non è ancora stata confermata dalle autorità, che una delle bambine sia stata freddata con due colpi di pistola.[MORE]
Sul posto sono giunti i Carabinieri del comando provinciale di Latina e il comandante provinciale Gabriele Vitagliano. Presenti anche il magistrato Giuseppe Bontempo, gli artificieri e i negoziatori professionisti, che hanno cercato di convincere l’uomo alla resa.
“Temiamo il peggio ma non abbiamo ancora notizie definitive. L’appuntato è in stato di forte agitazione e non ragiona in modo limpido. Lui è solo con le bambine. Sono arrivate persone che lo conoscevano per aiutare i nostri negoziatori a fornire informazioni utili per parlare con lui. Stiamo lavorando”. Queste le parole pronunciate dal comandante provinciale dei carabinieri di Latina, il colonnello Gabriele Vitagliano, mentre era in corso la trattativa.
Per motivi precauzionali era stato staccato il gas a tutta la palazzina, all’interno della quale nessuno degli abitanti poteva effettuare l’accesso. È arrivato anche il parroco della zona. Un’amica della moglie era stata fatta entrare in casa, con un giubbotto antiproiettile, nella speranza di convincere Capasso ad arrendersi e liberare le bambine.
“Non sentiamo più voci le voci delle bambine”, avevano fatto sapere alcuni vicini di casa che abitano sullo stesso pianerottolo. A stretto giro è arrivata la conferma ufficiale dagli organi preposti.
Luigi Cacciatori
Immagine da agoraregionelazio.com