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CATANZARO, 31 DICEMBRE 2014 - La recente proposta di riorganizzazione ospedaliera, definita da un documento inviato alle Aziende Ospedaliere e discussa nella riunione convocata dal Sub Commissario Urbani presso il Dipartimento Tutela della Salute subito dopo le elezioni regionali, non può avvenire con gli attuali direttori facenti funzioni delle Aziende.
[MORE]Non è tollerabile che le stesse persone, incaricate in attesa delle nuove nomine, invece di gestire la normale amministrazione intervengano sulla riorganizzazione delle Aziende ed altro. E’ auspicabile, al più presto, la loro rimozione per una discontinuità gestionale.
La CISL MEDICI stigmatizza quanto verificatosi in particolare per la “Mater Domini”, Azienda integrata con l’Università, la cui riorganizzazione è stata compartecipata dall’attuale direzione senza informare le OO.SS.
Infatti, la programmazione contenuta nel documento è in contrasto con i principi generali del “piano di rientro” ed irrispettosa della professionalità degli operatori ospedalieri, riflettendo la subordinazione della direzione aziendale all’Università.
La scomparsa delle uniche due Strutture complesse ospedaliere (Cardiologia riabilitativa ed Epatologia), l’assenza di strutture semplici (eccetto una sola) e dipartimentali, ma la presenza di ben 41 (senza contare quelle esterne all’Azienda!) strutture complesse a direzione universitaria, sono state oggetto di una assemblea della dirigenza ospedaliera che tornerà a riunirsi per valutare le iniziative da intraprendere.
Con la condivisione “in via di massima” del Rettore dell’Università e quindi del Direttore FF dell’Azienda, infatti sono stati disattesi il contenuto del DPGR n. 18/2010 e quello del DPRG n. 97 del 5 luglio 2013 concernente le linee guida regionali per l’adozione dell’atto aziendale in cui erano previste ben 29 strutture semplici, anche dipartimentali, a fronte di 22 strutture complesse. Forse la bozza di protocollo d’Intesa Regione-Università, citata nel documento di riorganizzazione, è frutto dell’autoreferenzialità delle parti che respingono ogni tipo di confronto e di trasparenza. Appare evidente che l’utilizzo della didattica come grimaldello per la proliferazione di strutture complesse e delle corrispondenti posizioni apicali che prefigura un diffuso processo di clinicizzazione, con diseconomiche duplicazioni delle funzioni, sembra più basato su logiche “interne” universitarie che su principi di efficienza, efficacia ed economicità.
Nessuno mette in discussione il ruolo dell’Università e l’assunto che la formazione del medico e ricerca clinica non possono essere disgiunte dalla pratica assistenziale, ma occorre chiarire quanta e quale sia l’assistenza necessaria allo svolgimento ottimale delle suddette attività in risposta a bisogni reali al fine di uscire da ogni equivoco e manipolazione delle regole da parte degli organismi regionali, aziendali ed universitari. L’organo che appare più inadeguato alle attuali tematiche giuridiche e professionali, poste dalla riorganizzazione dell’Azienda integrata è, comunque, la Direzione Aziendale facente funzione che non appare in grado di governare la complessità dei problemi sul tappeto, dai rapporti con l’Università alle tematiche organizzative e contrattuali, al copiscuo debito aziendale.
Pertanto, bisogna bandire ogni incertezza organizzativa ed improvvida soluzione per la conduzione delle Aziende Sanitarie. Solo la trasparenza e la validità della gestione, la capacità di darsi le regole e di farle rispettare, possono garantire una razionalizzazione delle risorse ed adeguati standard dei servizi sanitari ai cittadini.
FEDERAZIONE CISL MEDICI
Il Segretario Regionale Dott. Mario Marino
Il Segretario Territoriale CZ-KR–VV Dott. Nino Accorinti