CIP Sardegna: nella Repubblica di Belarus si stringono accordi importanti
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
CAGLIARI, 8 FEBBRAIO 2020 - Bastano ripetuti sorrisi e tanta voglia di fraternizzare per creare intese perfette. La delegazione del CIP Sardegna rientra compattamente emozionata dalla trasferta nella Regione di Minsk (Repubblica di Belarus), dopo una full immersion di tre giorni nella quale è stata coccolata e riverita come se fosse composta da star internazionali.
L’estate scorsa fu il Comitato CIP Sardegna a rendere fertile il terreno della cooperazione accogliendo rappresentanti delle istituzioni regionali e del sistema formativo bielorusso, desiderose di condividere nuove nozioni per accelerare lo sviluppo inclusivo nel proprio territorio attraverso l’assimilazione di strategie politiche legate al paralimpismo.
La delegazione guidata dalla Presidente Cristina Sanna, accolta dal Capo Dipartimento Sport e Turismo della regione di Minsk, Evgenij Buloychik, ha assistito ad un incontro di grande importanza, sfociato con l’idea di lavorare ad un protocollo d’intesa fra CIP Sardegna, enti ed istituzioni bielorusse. L’intento è di accelerare i tempi per intensificare gli scambi d’esperienze e buone prassi tra le due realtà geografiche, nel settore paralimpico e sportivo in generale.
Un accordo programmatico che darà ulteriore sostanza alle importanti intese in atto fra Sardegna e Belarus, tenendo in alta considerazione lo sport paralimpico, quale elemento trainante per avviare anche sinergie nei settori culturali e turistici, spesso strettamente connessi nell’ottica di sviluppo territoriale. E non a caso tra i sardi presenti nella repubblica dell’Europa orientale c’era il console onorario Giuseppe Carboni che da lustri lavora per tenere stretti i contatti tra Cagliari e Minsk attraverso l’esecuzione di progetti di varia natura nei quali sono coinvolti la Regione Sardegna e l’Università del capoluogo isolano.
Da entrambe le parti c’è voglia di non lasciare nulla d’intentato perché criticità ed eccellenze possano essere spunti decisivi per migliorie epocali.
Tra i partecipanti alla missione estera anche il vicepresidente del CIP Sardegna Simone Carrucciu, la delegata CIP provinciale Manuela Caddeo e il responsabile del progetto Agitamus Paolo Poddighe.
QUANDO LA CULTURA SPORTIVA NON E’ UN OPTIONAL
Strutture da sogno, atleti paralimpici bravissimi in odore di paralimpiadi, scuole sportive che preparano gli allievi senza trascurare la fondamentale cultura generale.
E’ questo il lato della Bielorussia che i nostri conterranei hanno osservato cercando di trarre degli spunti esportabili.
La città di Mjadzel, a circa 130 chilometri da Minsk, ospita un efficientissimo centro sportivo statale provvisto di diverse palestre polivalenti messe a disposizione delle scuole. Tante le persone con disabilità che ne usufruiscono, seguite in ogni loro passo da competenti insegnanti di sostegno. Colpisce che in città e hinterland sono dislocate numerose piscine per l’avviamento al nuoto dalla tenerissima età.
Ancor più sorprendente l’incursione nel centro sportivo “Uruchie” di Minsk dove si è assistito agli allenamenti di scherma paralimpica, categoria juniores. Presenti i sei migliori specialisti in predicato di partire, quest’estate, per il Paese del Sol Levante e che a livello internazionale stazionano nella top 30. Cristina Sanna e amici hanno fraternizzato con i componenti di questo fortissimo vivaio. Nelle sale attigue si sono potuti osservare allenamenti di basket in carrozzina e di sollevamento pesi paralimpico.
In un avveniristico palazzetto dello Sport nella capitale bielorussa, i rappresentanti del Cip sardo sgranano ripetutamente gli occhi davanti a così tanta bellezza. Arrivano giusto in tempo per assistere all’apertura dei Campionati nazionali open paralimpici di nuoto. E’ un momento propizio per tessere vantaggiose relazioni perché incontrano Oleg Shepel, Nikolay Schudeyko, Elena Gvay rispettivamente presidente, segretario generale, specialista relazioni internazionali del Comitato paralimpico bielorusso. E poi hanno l’onore di relazionarsi con alcuni nuotatori che hanno scritto pagine di storia del nuoto bielorusso paralimpico. Tra cui l’attuale tecnico della nazionale paralimpica che piace e stupisce per la sua naturalezza nei gesti: amputato ad entrambi i bracci trascrive il suo indirizzo mail sullo smartphone con la punta del naso.
Le scariche adrenaliniche non finiscono lì. In agenda c’è anche uno spostamento verso le colline nevose (non molto in questo strano caldo inverno bielorusso che sembra quasi confermare le teorie sul riscaldamento globale), solcate dai migliori specialisti paralimpici degli sport invernali. Nei centri repubblicani dedicati c’è davvero da divertirsi. Gli ospiti sardi hanno l’opportunità non solo di assistere alle esercitazioni di biathlon (sci di fondo e carabina), ma vengono sollecitati a provare con l’arma; e i risultati sono tutt’altro che deludenti. C’è il tempo per vedere anche gli impianti di risalita di sci di fondo e il maestoso trampolino. Fa gli onori di casa l’allenatrice della Nazionale paralimpica di sci.
Un compagno d’eccezione in tutte queste escursioni didattiche si è rivelato Yaraslau Papovich. Lui lavora a Pleschenitsy, 65 chilometri circa dalla capitale, dove è il responsabile della “Scuola secondaria statale regionale, riserva olimpica”. La sua generosità è stata definita senza confini. Non solo ha fatto in modo che gli alunni dell’istituto riservassero alla delegazione CIP un’accoglienza sopra le righe con balli, canti, spettacoli e banda musicale. Nella sua versione “privata”, inoltre, l’ha ospitata in dacia per trascorrere alcune orette di relax e spensieratezza a base di sauna, aerosol di erbe naturali e frigidarium.
Quanto alla scuola sportiva i discenti si mettono in mostra per le loro conoscenze trasversali, peculiarità non riscontrabile in Italia dove si preferisce un insegnamento mirato sull’indirizzo specifico del corso di studi. Qui alloggiano, dal lunedì al sabato, le promesse dello sci di fondo, atletica, lotta. Lo sport come educazione ed inclusione sociale.
IMMERSI NELLA STORIA, TRA CULTURA E GASTRONOMIA
Tra tante visite di matrice sportiva, non mancano quelle di ampio respiro al fine di conoscere meglio il tessuto sociale bielorusso.
L’ospitalità è significativa in ogni piccola sosta. Thè, tisane, accompagnate da velocissimi spuntini dolci e salati sono all’ordine del giorno, ma una citazione particolare meritano la zuppa di barbabietola (Boršč) e le polpette di carne e patate (Klocki).
Con la comitiva interagisce spesso Caterina, sensibile e preparata donna bielorussa, docente di lingua italiana presso la Facoltà di Relazioni Internazionali dell’’Università Statale Bielorussa, che conoscendo la nostra lingua dà interessantissimi spunti per capire meglio la quotidianità della nazione ospitante. Ed è così che diventa ancor più appassionante la visita al Distretto di Mjadzel dove si trova il più grande lago bielorusso. Qui la visita al Museo della Gloria Popolare dove una ragazza che indossa il tradizionale costume del luogo racconta la storia del Paese attraverso oggettistica di ogni genere.
Si ricostruiscono storicamente le analogie tra Italia e Bielorussia, attraverso le gesta di Bona Sforza (figlia di Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, e di Isabella d'Aragona, figlia del re di Napoli Alfonso II), che nel 1518 diventa Regina di Polonia e granduchessa di Lituania, grazie alle nozze con Sigismondo I. La donna è ricordata per il suo regno illuminato caratterizzato da opere pubbliche e sviluppo dell’economia. Frequenti quindi anche i viaggi nell’attuale Bielorussia (di cui una parte dei territori era allora provincia del suo regno), dove possiede un castello. E intensi sono i suoi contatti con la madrepatria (Bari). Una regina, dicono gli storici, che “ha lasciata un’impronta indelebile nei registri della storia”.
La visita in un nuovo albergo “inclusivo” statale è servita, specie a chi lo dirige, di capire come smussare le barriere architettoniche più evidenti. La presenza della presidente Cristina Sanna è stata essenziale: le criticità, esposte a cuore aperto sono recepite con massima attenzione.
Le soste sono tante, interessanti ma fugaci.
Nella chiesa cattolica di Santa Maria Shkaplernaya sono accolti da un simpatico religioso che fa parte dei Carmelitani Scalzi.
A Nanosy Novoselie, un albergo diffuso ripropone la vita quotidiana del 1200: i fruitori imparano a fare pane, pasta, marmellata e a addomesticare un cavallo. Un turismo esperenziale all’avanguardia.
Incantevole il museo dei “Samovar” ossia le teiere/bollitori dell’antica tradizione slava, circa trecento, tutte preziosissime perché costruite in argento e in altri materiali finissimi. Diverse le dimensioni: ce ne sono giganti e in miniatura.
Nel programma anche un’incursione al Museo della Caccia caratterizzato da una moltitudine di animali imbalsamati.
Decisamente più accattivante assistere allo spettacolo di equitazione in una struttura al chiuso. Eccellenti addestratori fanno vedere ai presenti le acrobazie degli equini. E poi gran finale con tutti i rappresentanti della delegazione che salgono in groppa ai quadrupedi per un giro di pista.
LE IMPRESSIONI DEGLI OSPITATI
Cristina Sanna (presidente CIP Sardegna): “Ho trascorso delle giornate indimenticabili, assieme a persone molto affiatate che non ci hanno mai fatto mancare nulla, riservandoci un affetto particolare, come se fossimo amici da lungo tempo. Ho sviluppato tanta adrenalina in corpo provando il biathlon e l’equitazione. La volontà di sviluppare un confronto serrato su tutti i temi affrontati è palese. Nell’ambito delle barriere architettoniche, tutte le volte che ho manifestato perplessità in base anche alla mia esperienza diretta di cittadina, ed ex atleta paralimpica, mi hanno ascoltata attentamente con l’unico obiettivo di migliorarsi. Le criticità riscontrate per quanto riguarda la presenza di barriere architettoniche sono tante ma mi ha impressionato la volontà dei nostri interlocutori di creare una società accessibile che consenta a tutti di godere degli stessi diritti. Spero che i rapporti rimangano ottimi, perché anche la Sardegna paralimpica ha tanto da imparare da questa esperienza. Lo sport è preso in altissima considerazione e l’impiantistica d’eccellenza ne è una dimostrazione pratica. Mi ha colpito anche l’efficienza didattica nelle scuole visitate, dove ci si concentra sull’apprendimento degli sport ma si dà anche valida infarinatura di cultura generale”.
Simone Carrucciu (vicepresidente CIP Sardegna): “In primo piano metto senza orma di dubbio l’ospitalità bielorussa. E poi la voglia di mettersi in gioco confrontandosi, che poi era la ragione suprema di questo doppio scambio. Sono rimasto affascinato dal modo di costruire e gestire le strutture sportive, puramente statali. Penso che l’interazione avviata possa portare tanti vantaggi; entrambe le parti hanno tanto da imparare. Ben vengano questi progetti e grazie a chi ha fatto in modo che diventassero realtà. E poi un ringraziamento particolare va a chi ci ha accolto amorevolmente durante tutto il soggiorno facendoci conoscere una Repubblica di Belarus che, da semplici turisti, non avremmo mai potuto scrutare. Speriamo che questo sia solo il primo di una serie di progetti a carattere internazionale che possano aprire le menti a noi e agli altri”.
Manuela Caddeo (delegata provinciale CIP Sardegna): “Il viaggio è stato un arricchimento personale e professionale, occasione di conoscenza del mondo paralimpico bielorusso. Quest‘ esperienza mi ha permesso anche di comprendere la nazione nei suoi vari aspetti: sportivi, culturali, sociali, ambientali, storici ed artistici. Di particolare interesse la visita agli impianti sportivi. Sono stata molto attenta a come vengono resi fruibili e gestiti, soffermandomi in particolar modo sulle metodologie di allenamento proposte e l’utilizzo degli strumenti adattati per favorire l’inclusione di atleti diversamente abili. L’accoglienza, la cortesia, l’ospitalità sono state costanti trovate in ogni luogo che abbiamo visitato. Ritrovare le rinomate qualità dei sardi in un paese straniero è una sensazione e un’emozione che non capita sempre. Peccato che la missione sia durata troppo poco, avrei voluto vedere tanti altri aspetti. La professionalità, la competenza, la disponibilità, la passione degli operatori, accompagnano l’impegno per migliorare l’accessibilità affinchè il cittadino con diversa abilità sia autonomo nella vita quotidiana. Il mio augurio è che si dia continuità a questa collaborazione che verte sull’inclusione, sotto tutti i suoi aspetti”.
Giuseppe Carboni (Console onorario Bielorussia): “La missione del CIP Sardegna ha confermato le grandi potenzialità della cooperazione sardo-bielorussa nel settore dello sport e dell’inclusione che già avevamo intravvisto in occasione della visita in Sardegna dei colleghi bielorussi lo scorso agosto. Il ruolo del CIP è fondamentale per allargare e potenziare i lavori del “Sardinian-Belarus Working Group on Inclusion” al quale aderiscono enti ed istituzioni pubbliche e private dei due territori, coordinato dall’Università di Cagliari e sostenuto dalla Regione Sardegna. Il rapporto professionale fra gli specialisti del CIP e della Repubblica Belarus si è ulteriormente rafforzato e sono sicuro renderà possibile la realizzazione di progetti ed iniziative congiunte sia nell’Isola sia in territorio bielorusso. Si tratta di un lavoro che non ha solo ripercussioni di carattere sociale, ma anche ricadute di promozione reciproca dei nostri territori mi auguro quindi che le attività che con il CIP intendiamo promuovere trovino anche il sostegno delle istituzioni preposte.