Chiesa. 19 marzo la paternità di San Giuseppe: un modello di riferimento per ogni genitore.
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Di Stefania Tolomeo
La figura di Giuseppe compare soprattutto nei Vangeli di Matteo e di Luca, ma è Matteo a mostrarci in maniera più evidente alcuni tratti della paternità di Giuseppe, che rivela ad uno sguardo attento, un modello di riferimento per ogni genitore. Giuseppe appare più come uomo d'azione, che di parola, “il suo è un silenzio permeato di contemplazione del mistero di Dio” (Angelus, 18 Dicembre 2005, Benedetto XVI).
Il Vangelo di Matteo lo presenta come “uomo giusto” (Mt 1,19).
“Giusto” in quanto riconosce e accoglie il progetto di Dio, che chiama in causa la sua vita, quella di Maria e quella del piccolo Gesù, per il bene di tutta l’umanità, e lo fa riponendo piena fiducia in Dio. Questo suo essere uomo giusto, sta alla base della paternità di Giuseppe e implica porre le radici della propria paternità nella paternità di Dio.
A riguardo Fabio Rosini nel suo libro ‘San Giuseppe. Accogliere, custodire e nutrire’ scrive: “E’ proprio per questo che i padri di oggi sono incerti o latitanti: cercano in se stessi una forza che non si possono dare da soli. E’ Dio Padre che mi dà la spina dorsale per prendermi le mie responsabilità”.
Giuseppe, accettando il mistero che si compie in Maria, sua promessa sposa, diventa il padre putativo di Gesù (Mt 1,24-25).
Giuseppe accoglie un figlio che non è suo dal punto di vista biologico, ma lo diventa, perché accogliendo il piccolo Gesù se ne prende cura; e la paternità diventa tale quando entra in gioco la cura e non viceversa. Tra essere padre e riconoscersi padre, infatti, c’è una grande differenza; riconoscere di essere padre significa accogliere, custodire, curare e proteggere la vita che ti viene affidata e che ritieni preziosa, per questo ha bisogno di essere salvaguardata.
La paternità, vista in questa prospettiva, abbraccia la figura dell’educatore, del sacerdote, dello zio, del nonno, includendo, quindi, una paternità non solo biologica ma anche adottiva e spirituale.
C’è un altro aspetto da prendere in considerazione, Giuseppe collabora con Maria nel processo educativo di Gesù e, come è scritto nel Vangelo: “Gesù cresceva in sapienza, età e grazia” (Lc 2,52) . Questa collaborazione tra Maria e Giuseppe si dispiega nella piena castità, che si manifesta nella fedeltà alla propria vocazione di sposo e padre.
Essere genitori è prima di tutto una vocazione e la fedeltà diventa la via per mantenere la giusta rotta.