Chiamparino e le firme false: "Basta pressing", se Lega vince il ricorso al Tar, pronto a dimissioni
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TORINO, 29 GIUGNO 2015 - Sergio Chiamparino, attuale presidente del Piemonte, ha dichiarato di essere pronto alle dimissioni nell'eventualità che, il "caso firme false" sollevato dalla Lega, dovesse essere ritenuto fondato dal Tar. [MORE]
PREMESSE AL CASO
Dopo poco più di un anno dalle elezioni che hanno visto la vittoria del Pd, in Piemonte, con il volto di Chiamparino presidente, permettendo la dissoluzione del governo precedente, centrodestra a compagine leghista, guidato da Cota, ebbene, dopo poco più di un anno, si ripresenta lo spettro di una nuova "caduta". La giunta Cota, era stata coinvolta in un altro scandalo, anch'esso legato alle firme false, o meglio alle finte liste e, prima delle dimissioni, l'ex governatore aveva atteso 4 anni e l'ultima sentenza del Consiglio di Stato. Diversamente, Chiamparino, per non rimanere imbrigliato in uno scandalo che non lo coinvolge direttamente, ha dichiarato di voler attendere il giudizio del Tar, previsto per il 9 luglio.
I PROCEDIMENTI ATTIVI
In particolare, sarebbero due i procedimenti attivi contro il governo piemontese, il primo vede la firma di Mario Borghezio, eurodeputato leghista, il secondo, quella di Patrizia Borgarello, ex consigliera provinciale del Carroccio. Entrambi gli esposti, presentati al Tar di Torino, servirebbero ad annullare liste e voto, nello specifico, l'esposto presentato da Borghezio, riguarda la regolarità delle firme, delle autentiche a sostegno delle liste Pd di Torino e Cuneo e del listino regionale, garanzia per il premio di maggioranza e l'elezione presidenziale. A rispondere degli eventuali accertamenti del Tribunale Amministrativo, non sarà il governatore Chiamparino, quanto, possibilmente, alcuni vertici del Partito Democratico, come Davide Gariglio, segretario regionale e capogruppo in Regione, che domani avrà un confronto, con il presidente Chiamparino, per individuare la strategia necessaria in vista del 9 luglio.
LA RISOLUZIONE CHIAMPARINO
Se, dunque, il Tar dovesse accogliere i ricorsi leghisti, l'attuale governatore sembrerebbe proiettato verso una nuova candidatura con doppio orientamento. Il primo, seguente il Pd, ma con persone di sua fiducia, non imposte dal partito, il secondo , invece, mostrerebbe la presentazione di una lista istituzionale costituita dalle migliori personalità piemontesi, opzioni, queste, che non sembrerebbero convincenti per i vertici del Parito Democratico. Quanto trapela dalle fonti è la irremovibilità del governatore nel voler mantenere una posizione di netto distacco dagli atteggiamenti che hanno caratterizzato la giunta Cota e, al tempo stesso, non pregiudicare ulteriormente la fiducia degli elettori, dei piemontesi, nei suoi confronti. Pare, infatti, che il presidente avrebbe detto a Lorenzo Guerini, vicesegretario Pd, "non credo che i nostri elettori, e nemmeno in generale tutti i piemontesi, siano d'accordo nel vedermi ripetere quanto ha fatto Roberto Cota, che ha anteposto l’attaccamento alla poltrona alla legalità e alla certezza dell’azione di governo".
In ogni caso, la partita è aperta e si attenderà il 9 luglio per apprendere le future risoluzioni.
Fonte foto: banff.it
Ilary Tiralongo