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COPENAGHEN, 17 SETTEMBRE 2013 - Debutto amaro per la Juventus che in Danimarca non va oltre il pareggio. Una partita nella quale squadra di Conte ha collezionato tantissime occasioni da rete, sprecandone altrettante, e ha dovuto fare i conti con un Copenaghen tenace e soprattutto con il portiere danese Wiland: una vera e propria saracinesca.[MORE]
Eppure alla vigilia della partita il tecnico bianconero era stato chiaro: vietato sbagliare, specie contro la squadra che sulla carta è la più debole del girone. Il turnover è d’obbligo e Conte modifica un elemento per ogni reparto: Ogbonna, Peluso e Quagliarella fanno rifiatare Barzagli, Asamoah e Vucinic. Ma è soprattutto l’assenza del difensore a modificare gli equilibri. Bonucci è costretto a giocare a destra e a la manovra bianconera ne risente, perdendo quella fluidità di gioco che la contraddistingue. Il Copenaghen, di contro, è consapevole che se vuole mettere in difficoltà gli avversarsi deve pressare alto, disturbando fin nella loro metà campo i portatori di palla bianconeri. Atteggiamento spavaldo ma consono a chi gioca con la tranquillità di non aver nulla da perdere.
Accade così che al 13’ il Copenaghen passa sorprendentemente in vantaggio: punizione dalla destra grande mischia nell’area bianconera e Jorgensen mette in rete dopo aver anticipato facilmente Chiellini. La Juve cerca di reagire e al 20’ crea due chiarissime occasioni da gol: cross dalla di destra di Vidal, velo di Tevez e Chiellini di testa trova la pronta reazione del portiere Windal. Sul successivo calcio d’angolo Pogba a pochi passi dalla linea di porta tira a botta sicura ma è ancora il portiere danese a negare il gol.
E gli interventi miracolosi di Windal saranno il leitmotiv dell’intero secondo tempo, anche se dagli spogliatoi esce una Juve caparbia che impone tutt’altro passo. La squadra bianconera alza i ritmi di gioco e il Copenaghen ne capisce ben poco. Al 51’ Tevez scatta in posizione regolare e solo davanti al portiere gli tira addosso. È comunque il preludio al gol che arriva puntuale dopo appena 4 minuti. Azione ben congeniata dal centrocampo bianconero e dalla fascia sinistra Peluso fa partire un cross rasoterra che Tevez fa scivolare a favore di Quagliarella lesto a girare in rete. Wiland è finalmente battuto e la partita sembra mettersi sul binario giusto, D’altronde la squadra danese assomiglia ad un pugile alle corde che rischia di andare subito ko: al 63’ cross in mezzo di Licthisteneir e Quagliarella di testa colpisce la traversa.
Il tecnico danese Solbakken capisce che è tempo di cambiare e corre ai ripari passando al 4-5-1. Ma la Juve continua a macinare gioco e si proietta con veemenza in avanti. Al 75’ Quagliarella riesce a servire di testa Vidal che pur essendo solo si fa ipnotizzare da Windal e manca la rete del vantaggio. Dopo nemmeno un minuto altra clamorosa occasione sprecata dai bianconeri: Lichtsteiner serve un buon pallone a Tevez che incrocia il tiro sul secondo palo ma, nemmeno a dirlo, Windal respinge. Sembra una vera e propria maledizione e Conte decide di provare la carta Giovinco che rileva Quagliarella. Ed è proprio la “formica atomica” ad andare vicina al gol: ennesimo incursione dalla destra e Giovinco tira sul secondo palo, ma l’estremo difensore danese salva. Ormai è un vero e proprio assedio da parte della Juventus che al 92’ ha l’ultima occasione della partita: cross di Isla per Tevez che da buona posizione non riesce a regalare alla “Vecchia Signora” una vittoria che per la quantità di occasioni prodotte sarebbe stata di certo meritata.
(Immagine da tuttosport.com)
Giovanni Maria Elia