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CATANZARO, 26 LUGLIO 2013 - La CGIL ringrazia le forze dell’ordine e la Magistratura per gli esiti dell’operazione “Perseo”.
Gli arresti di questa notte sono riusciti a portare a galla quello che tutti fanno finta di non vedere quando la ‘ndrangheta aumenta la propria forza occupando la nostra terra: il rapporto sinergico, la connivenza, la complicità di pezzi delle Istituzioni e della politica con la mafia. Soggetti che si riempiono la bocca di “Legalità” mentre tessono legami, stringono affari, ottengono favori con una delle più potenti famiglie ‘ndranghetiste del nostro territorio. Non è una questione di rapporti privati, tra persone, che non ci riguarda; per ottenere favori personali dalla ‘ndrangheta, questi signori condizionano la vita pubblica, la nostra vita. Lo fanno attraverso il ricatto, la truffa, le minacce, la violenza. [MORE]
Può capitare, quindi, che un investimento che potrebbe portare sviluppo, lavoro e buona occupazione, non venga realizzato perché le risorse pubbliche vengono destinate a favorire affari criminali e privati. Oppure che ci aumentino le tariffe per l’assicurazione dell’auto, per via del numero crescente di (finti) incidenti, perché bisogna pagare lo stipendio agli affiliati della cosca. Ci chiediamo, visto il coinvolgimento pesante che ha portato all’arresto dell’ex consigliere provinciale (ex, solo perché la Provincia è stata sciolta) nonché vice-presidente della Sacal, Bevilacqua, politico di spicco del nostro territorio, se il suo impegno politico e nelle Istituzioni sia servito ai cittadini e non alle cosche; se ha operato, cioè, negli interessi del popolo o della “sua” famiglia; quanto questo signore sia riuscito a condizionare le scelte istituzionali e politiche nel settore degli appalti, dei contributi erogati ad associazioni o nella gestione del mercato del lavoro.
E’ ora di dire basta, di smetterla con le compiacenze e gli ammiccamenti. Chi vive al fianco di una persona, chi ne condivide l’impegno politico, chi abita la stessa città non può farci credere di disconoscerne affari e frequentazioni. Basta con la politica connivente che fa finta di indignarsi quando scoppiano le bombe, o vengono minacciati commercianti ed imprenditori.
Da questa inchiesta la CGIL si aspetta uno scatto di orgoglio dei cittadini e della parte sana della comunità Lametina, una risposta seria ed esemplare da parte della politica, a partire dalla richiesta di dimissioni del parlamentare Piero Aiello, coinvolto in prima persona, il quale dovrebbe collaborare con la Magistratura per aiutare chi è deputato a tutelare la Giustizia ed il popolo a far luce sull’intera vicenda.
Redazione