"Cerimonia" al Teatro Kismet di Bari: al confine tra follia e verità
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BARI, 16 GENNAIO 2012 - Chi sta dentro? Chi è fuori? Chi ha paura di chi? Chi è più fragile e cos’è la fragilità umana? Questo è il mio spazio e questo è il tuo, io invado il tuo spazio e tu invadi il mio ma la verità è sola in un’unica domanda “cosa ci aspetta?”.[MORE]
Parrucche da clown, un abito rosso appeso alla gruccia, nero lo sfondo. Monologhi afoni, movimenti di labbra, parole soffocate, respiri affannosi, movimenti elettrizzati dei corpi popolano il palcoscenico davanti allo sgomento del pubblico.
“Cerimonia”, vuole essere uno studio ispirato all’omonimo testo dello scrittore spagnolo contemporaneo Fernando Arrabal. Il filo conduttore è quello di tre persone che, rinchiuse in una casa in fuga dalla realtà esterna, provano a fare teatro e ad essere dei veri attori. E’ un gioco che nasce come gioco ma pian piano si avviluppa alle vite dei personaggi fino a fondersi in un tutt’uno di esperienze.
Fuori o dentro le mura di casa, o del teatro, i corpi sembrano posseduti da forze maggiori, si dimenano nel buio al ritmo della musica, si distorcono e si ricompongono sfiorandosi e allontanandosi. È una continua alternanza di attimi di euforia e attimi di oscura follia al limite tra vera nevrosi e finzione. Durante la rappresentazione tanti piccoli quadretti incongruenti l’uno con l’altro si susseguono surreali fino ad essere interrotti così come il buio viene interrotto dall’accensione di una lampadina.
Senza dubbio uno spettacolo fuori dal comune, provocatorio e diretto capace di stupire nei suoi effetti sonori così come nell’intera idea di rappresentazione.
Roberta Lamaddalena