Appello a Renzi: "no allo Split Payment e al Reverse Charge"
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CROTONE, 04 FEBBRAIO 2015 - “In un momento in cui tanti dichiarano di voler aiutare il mondo delle imprese, registriamo delle risoluzioni che se applicate potrebbero veramente mandare in default tantissime aziende, considerate le già critiche condizioni del tessuto economico produttivo del nostro Paese”. Queste le parole di Giuseppe Lucà, responsabile centro studi della Confartigianato di Crotone, in riferimento alle due misure contenute nella nuova legge di stabilità: lo “Split Payment” e al “Reverse Charge” che, secondo Confartigianato, introducono solo nuovi oneri e complicazioni per le nostre imprese. [MORE]
“Lo split payment – spiega Giuseppe Lucà – è un nuovo meccanismo in base al quale per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate dalle imprese nei confronti di enti pubblici, le Pubbliche amministrazioni verseranno l’Iva direttamente all’erario. In questo modo gli imprenditori fornitori di beni e servizi alla Pa si troveranno in una posizione creditoria. In buona sostanza, terminata un’attività, una manutenzione, un servizio o una fornitura di beni ad un ente pubblico, l’impresa si ritroverà ad emettere fattura con Iva, la quale non sarà incassata in quanto dovrà essere versata all’erario dal committente pubblico. In tal modo l’impresa non incasserà più l’Iva e quindi avrà una minore disponibilità di cassa. Inoltre, sempre per tale meccanismo (e soprattutto per le imprese che operano prevalentemente con la PA) non sarà possibile compensare l’Iva e quindi presumibilmente si andrà a credito. E tenuto conto delle difficoltà nel recuperare crediti dalla Pubblica Amministrazione, gli impatti per le nostre PMI interessate da tali misure saranno certamente devastanti”.
“A ciò e come se non bastasse – continua Lucà – si ampliano anche le ipotesi di applicazione del “reverse charge”, che fino allo scorso dicembre era impiegato solo nei subappalti del settore costruzioni e oggi viene esteso anche ai servizi di pulizia, installazione di impianti, demolizione e completamento di uffici. Tale sistema di inversione contabile, in pratica, derogando alla disciplina generale sull’Iva, trasferisce gli obblighi di assolvimento dell’imposta dal cedente all’acquirente”.
Secondo le analisi e le ipotesi del Centro Studi della Confartigianato di Crotone, i due meccanismi faranno evidentemente aumentare i crediti Iva degli imprenditori e peggiorare la situazione finanziaria, già precaria, delle imprese. Tali misure, in un momento così critico per il credito, rappresenterebbero una vera stangata per le PMI italiane, soprattutto in un contesto globalizzato: secondo Lucà infatti “con tali meccanismi, lo Stato sottrarrebbe liquidità alle aziende fornitrici, con il brillante risultato di favorire i prodotti esteri (questi ultimi non risentirebbero di questa normativa) innescando una serie di effetti negativi: per le imprese più solide e strutturate un rallentamento agli investimenti, alla crescita e all’occupazione. Per quelle più deboli e meno strutturate, il colpo di grazia”.
“Da queste colonne – conclude Giuseppe Lucà – vogliamo quindi fare un appello al Presidente del Consiglio Matteo Renzi affinché prenda a cuore questa situazione che, per quanto descritto, potrebbe essere fatale per le nostre PMI. Secondo Confartigianato, in un momento di forti tensioni per la liquidità delle imprese far generare crediti d’imposta con questa modalità non appare la strada migliore per sostenere il tessuto produttivo. La sacrosanta battaglia contro le frodi fiscali e l’evasione dell’Iva non può partire in questo modo, colpendo le imprese oneste. Confidiamo pertanto nel buon senso della nostra classe politica. Ne va della sopravvivenza di numerose nostre aziende”.
Fonte (Centro Studi Confartigianato Crotone)