Catanzaro, imprenditori collusi con la 'ndrangheta: confiscati beni


Imprenditori collusi con la 'ndrangheta: confiscati beni per 800mila euro a Catanzaro
Sentenza definitiva della Cassazione: sigilli a immobili, conti e beni rifugio
Catanzaro – Un duro colpo al patrimonio illecito legato alla criminalità organizzata è stato inferto dalla Direzione investigativa antimafia (DIA) di Catanzaro, che ha eseguito una confisca definitiva di beni per un valore complessivo di circa 800 mila euro. Il provvedimento, emesso dalla Corte d’Appello di Catanzaro, è diventato irrevocabile con la sentenza della Corte di Cassazione dello scorso febbraio.
La misura patrimoniale riguarda quattro imprenditori condannati in via definitiva nell’ambito della nota operazione “Profilo Basso”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che ha puntato i riflettori sulle articolazioni della 'ndrangheta del Crotonese, in particolare sulle cosche attive a San Leonardo di Cutro e Roccabernarda.
Le accuse: reati economici e legami con le cosche
I soggetti coinvolti sono stati riconosciuti colpevoli di associazione a delinquere, emissione di fatture false, trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, tutti aggravati dall’agevolazione mafiosa. Secondo gli inquirenti, gli imprenditori si sarebbero prestati a un sistema truffaldino che prevedeva la creazione di una rete di aziende fantasma, le cosiddette cartiere, incaricate di emettere fatture per operazioni inesistenti (FOI) a beneficio di imprese colluse.
Un meccanismo ben oliato, capace non solo di danneggiare l’erario attraverso l’evasione dell’Iva e delle imposte sui redditi, ma anche di generare crediti fiscali fasulli da utilizzare per ottenere rimborsi non dovuti.
I beni confiscati: conti, immobili e asset “rifugio”
Tra i beni oggetto di confisca figurano immobili, conti bancari e beni rifugio – cioè beni considerati a basso rischio e ad alto valore conservativo – per un ammontare che conferma il forte radicamento economico delle cosche e la capacità di infiltrazione nel tessuto imprenditoriale.
Una risposta dello Stato alla criminalità economica
L’operazione rappresenta un ulteriore segnale della determinazione dello Stato nel colpire i patrimoni illeciti costruiti in collaborazione con la criminalità organizzata, in particolare in contesti dove il confine tra legalità e malaffare si fa sempre più sottile.
Il caso di Catanzaro ribadisce l’importanza del monitoraggio antimafia sugli asset finanziari e immobiliari degli imprenditori coinvolti in attività illecite, e mostra come la lotta alla 'ndrangheta passi anche e soprattutto attraverso l'aggressione ai patrimoni. (Immagine archivio)
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