Catanzaro calcio, un reparto avanzato ampio ma sterile. Come si spiega questo paradosso?
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Catanzaro calcio, un reparto avanzato ampio ma sterile. Come si spiega questo paradosso?

martedì 1 ottobre, 2024

Nonostante la presenza in organico di tanti attaccanti, tra esterni, trequartisti e punte centrali si segna troppo poco. Cerchiamo di capire il perché.

Sono trascorse solo 7 giornate ma è bene valutare il perché delle difficoltà che sta incontrando il Catanzaro.

Sono solo 5 le reti all’attivo e 6 quelle subite ma queste ultime sarebbero potute essere anche di più se il portiere Pigliacelli non si fosse reso protagonista di alcuni interventi senza i quali probabilmente il Catanzaro avrebbe occupato anche una posizione in classifica peggiore dell’attuale.

L’ex Palermo è risultato il migliore tra i giallorossi nella recente trasferta di Salerno, come lo era stato anche in altre circostanze (Juve Stabia e Cittadella).

Ad una difesa che regge bene si contrappone un attacco decisamente deficitario. Ciò non per l’esiguo numero di attaccanti, tutt’altro. La quantità di attaccanti che annovera quest’anno la società giallorossa è elevata e di qualità ma tra i tanti nomi della rosa, tra prime punte, trequartisti ed esterni offensivi nessuno è riuscito a segnare le reti necessarie per garantire una posizione in classifica più tranquilla.

I motivi sono molteplici e tutti hanno, a nostro modesto avviso, come comune denominatore il tecnico Caserta.

E’ impossibile infatti attribuire la causa della sterilità offensiva alle contemporanea precarietà delle condizioni fisiche dei giocatori del reparto avanzato.

Su una decina di elementi che lo compongono non si può pensare che TUTTI abbiano una condizione di forma deficitaria e oltretutto in egual misura!!

Le ragioni quindi devono essere ricercate altrove.

Prima tra tutte il non aver trovato ancora un’identità di gioco che garantisca manovre fluide e ficcanti per mettere nelle condizioni gli attaccanti di finalizzare le azioni.

Gioco che deve scaturire dall’applicazione di un modulo in grado di sfruttare le caratteristiche dei singoli, e non viceversa.

Nelle gare in cui è stato adottato, Il 4-2-3-1 tanto caro a mister Caserta non ha sortito gli effetti sperati tanto da costringere spesso il tecnico a modificarlo in corso d’opera.

Contro avversari ampiamente alla portata del Catanzaro come Cittadella e la Salernitana di questo periodo si sarebbe potuto ottenere certamente qualcosa in più.

Proviamo a porre alcune domande alle quali dare una risposta che risulterà certamente condivisibile.

Scarsa condizione degli esterni chiamati a servire palloni utili per l’unica punta centrale?

Difficoltà d’impostare il gioco da parte dei due centrali di centrocampo con Petriccione che, da regista, non può rendere al meglio se non è accompagnato nell’azione durante la fase offensiva?

Mancanza di incontrista che possa spezzare il gioco avversario per essere da supporto all’ex del Crotone in fase d’impostazione?

Il ricorso continuo a lanci lunghi e prevedibili oltre che infruttuosi se a doverli ricevere non è Pittarello, l’unico in grado di fare a sportellate con gli avversari grazie alla sua stazza fisica?

Punta centrale poco servita e spesso costretta ad arretrare per prendere palla e far salire la squadra per poi arrivare poco lucida in area avversaria?

Continui esperimenti effettuati dal tecnico alla ricerca degli elementi più idonei per il gioco che ha in mente e quindi della formazione-tipo?

Rotazione dei giocatori offensivi in organico per gestire al meglio uno spogliatoio fin troppo ampio e i cui equilibri potrebbero venir meno se non venisse data la possibilità a tutti di scendere in campo?

Potremmo andare oltre ma ci fermiamo qui.

Le risposte a tutte queste domande non possono che essere affermative sul perché del non-gioco del Catanzaro e della conseguente sterilità offensiva.

A poco serve parlare di ritardo di preparazione, di arrivo tardivo di molti elementi, di condizioni fisiche non eccelse… ad un mese e mezzo dall’inizio ufficiale della stagione queste sono solo giustificazioni di comodo che non possono rappresentare la causa dei mali del Catanzaro.

La realtà purtroppo è ben altra e si evince da tutti i quesiti che abbiamo posto.

Domenica arriverà il Modena e il Catanzaro dovrà necessariamente trovare i tre punti per evitare conseguenze spiacevoli, per il tecnico che potrebbe quindi essere ai saluti e di conseguenza per la classifica che comincerà a diventare davvero preoccupante.

Maurizio Martino


Autore
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