Cassazione: "L'energia elettrica non è un bene di prima necessità"
Cronaca Lazio

Cassazione: "L'energia elettrica non è un bene di prima necessità"

lunedì 4 settembre, 2017

ROMA, 4 SETTEMBRE - L’energia elettrica non è un bene "indispensabile alla vita". Lo ha stabilito inuna sentenza la Corte di Cassazione, confermando la condanna per furto di energia elettrica nei confronti di una donna pugliese dichiaratasi sfrattata, senza lavoro e con una figlia incinta. Secondo la Suprema Corte, quindi, chi si allaccia abusivamente alla rete sostenendo di non avere i soldi per la bolletta non può essere scusato per aver agito spinto dallo "stato di necessità". La Cassazione sottolinea che l’elettricità procura "agi e opportunità", ma non averla non mette a rischio l’esistenza. [MORE]

Respinto, dunque, il ricorso di Concetta C., una donna di 45 anni di Francavilla Fontana, nel leccese, che aveva chiesto clemenza per essersi allacciata abusivamente alla rete elettrica a causa delle sue condizioni "precarie e faticose" essendo "sfrattata e priva di lavoro, con una figlia incinta". Confermata la decisione emessa dalla Corte di Appello di Lecce il 28 settembre 2016 che aveva leggermente ridotto la pena alla donna dichiarando tuttavia sussistente l'aggravante di aver agito fraudolentemente dal momento che anche quando l'allaccio avviene "senza rompere o trasformare la destinazione del cavo", si tratta sempre di un allaccio abusivo e come tale compiuto con fraudolenza. La donna è stata anche condannata dai giudici a pagare duemila euro di multa alla cassa delle ammende per la pretestuosità dei suoi motivi di ricorso.

In questo caso - spiega la sentenza depositata oggi - "la mancanza di energia elettrica non comportava nessun pericolo attuale di danno grave alla persona, trattandosi di bene non indispensabile alla vita, nel senso sopra specificato (l'energia elettrica veniva infatti utilizzata anche per i numerosi elettrodomestici della casa): semmai idoneo a procurare agi e opportunità, che fuoriescono dal concetto di incoercibile necessità", condizione che la legge richiede per non emettere condanna.


Giuseppe Sanzi

(fonte immagine sentenze-cassazione.com)


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