Caso Whirlpool, MISE pronto a revocare aiuti ma l’azienda non molla
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ROMA, 5 GIUGNO – Il Ministero dello Sviluppo Economico prende posizione nella lotta contro la chiusura dello stabilimento Whirlpool di Napoli. Il titolare Luigi Di Maio ed i suoi sottosegretari stanno cercando di salvare la storica ex sede Indesit a via Argine e convincere gli Americani a desistere dai loro propositi, in memoria dell’impegno assicurato soltanto lo scorso ottobre e poi trasfuso anche in un accordo. L’intesa stipulata con il MISE prevedeva il rilancio della produzione di elettrodomestici in tutta Italia, con un investimento complessivo, da parte del colosso statunitense, pari a circa 250 milioni: 17 di questi ultimi, difatti, erano destinati alla Campania, tra gli stabilimenti di Napoli e Carinaro (CE); a fronte di essi, al fine di mantenere i livelli produttivi e conservare i posti di lavoro, lo Stato si era dal canto suo impegnato a concedere una serie di incentivi economici, una tranche dei quali (circa 8 milioni) potrebbe non essere più stanziata qualora la multinazionale confermasse di voler abbandonare la produzione campana.
“O entro sette giorni trovano una soluzione per lasciare aperta quell’industria e far lavorare i 450 dipendenti oppure noi tagliamo gli aiuti pubblici” – ha minacciato da Roma Di Maio, che ha poi spiegato come lo Stato abbia già stanziato circa 15 milioni tramite vari strumenti economici che dovevano servire a tutelare i lavoratori e creare anzi nuove occasioni di investimento. Il vicepremier ha poi tuonato: “Lo Stato non può permettere che una multinazionale americana venga qui a lavorare, firmi un accordo e poi dopo neanche 7 mesi decida di dare il benservito a 450 persone, oltretutto dopo aver percepito i nostri incentivi” – ed ha rivendicato l’intesa triennale sottoscritta in ottobre e l’impegno della Whirlpool ad incanalare verso l’Italia una serie di commesse provenienti dalla Polonia.
Il leader pentastellato ha provato ad usare il pugno duro contro il colosso del bianco, convocato ieri al MISE per un tavolo di trattativa con i sindacati. L’incontro, però, non pare aver dato i frutti sperati, dato che la proprietà americana continua a non reputare proficui e redditizi gli investimenti negli stabilimenti campani, che a questo punto sarebbero divenuti insostenibili. Non sembra aver avuto seguito il tentativo di mediazione dell’amministratore delegato della divisione Whirlpool italiana, Luigi La Morgia, che si è più volte detto pronto a cercare soluzioni alternative con la società ma senza averle ancora individuate. Lo stesso Di Maio – accolto dagli applausi dei sindacalisti FIM, FIOM e UILM – all’ultimo incontro ha chiesto alla controparte di presentarsi direttamente con i proprietari americani, considerando i dirigenti della divisione italiana poco credibili ed impotenti. A questo scopo, il vicepremier si è impegnato a contattare personalmente i soci forti della multinazionale e a riconvocare un nuovo tavolo di confronto a Roma per la prossima settimana, allargando la discussione ai dirigenti di ciascun sito Whirlpool in Italia, in modo da ascoltare direttamente la loro posizione.
Ad ogni modo, il segretario nazionale della UILM, Gianluca Ficco, si è mostrato decisamente pessimista sulla buona riuscita della trattativa con l’azienda. Secondo Ficco, oltretutto, la Whirlpool starebbe progressivamente venendo meno a tutti i suoi impegni in Italia, non solo in Campania: i sindacati, infatti, affermano di non aver percepito gli incrementi dei volumi produttivi promessi per lo stabilimento di Siena ed inoltre sostengono che da quello di Fabriano i dirigenti stiano delocalizzando staff e funzioni. In attesa che la situazione possa evolvere, in un senso o nell’altro, i dipendenti di Napoli sono ancora in sciopero ed assemblea permanente da venerdì scorso, quando si sono mobilitati con presidio ai varchi d’ingresso dell’impianto: un segnale per opporsi fermamente alla posizione della società.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: ilmanifesto.it