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MILANO, 16 marzo 2011 - La Procura di Milano ha chiuso le indagini a carico di Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora indagati nell'ambito del caso Ruby con l'accusa di favoreggiamento e induzione della prostituzione di ragazze maggiorenni ed anche della minorenne Ruby Karima.
Il reato di favoreggiamento e induzione della prostituzione minorile è anticipato a settembre 2009, rispetto al febbraio 2010, come era noto finora. Lo si ricava da una nota della Procura della Repubblica. Gli inquirenti, infatti, ritengono che la gestione della giovane marocchina sia iniziata molto tempo prima della famosa cena ad Arcore del 14 febbraio 2010. E cioè nel settembre 2009, mese in cui il direttore del Tg 4 Emilio Fede l'avrebbe conosciuta ad un concorso di bellezza in Sicilia, a Taormina. All'epoca Ruby aveva 16 anni.[MORE]
Nell'avviso di conclusioni delle indagini, che è stato notificato ieri e che prelude alla richiesta di rinvio e giudizio, si apprende che Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, “agendo congiuntamente e disgiuntamente”, hanno “indotto e favorito l'attività di prostituzione svolta dalla minore El Mahroug Karima, la quale compiva atti sessuali” con il premier Silvio Berlusconi “nelle date del 14 febbraio, 20 febbraio, 21 febbraio, 27 febbraio, 28 febbraio, 9 marzo, 4 e 5 aprile, 24, 25 e 26 aprile, 1 e 2 maggio 2010. In particolare, la minore - scrivono i magistrati - partecipava alle serate all'uopo organizzate, articolate in tre fasi”.
Serate in “tre fasi”. “Una prima fase prevedeva una cena”. La seconda fase, il “bunga bunga”. “Una terza fase, a fine serata” consisteva “nella scelta, da parte di Silvio Berlusconi, di una o più ragazze con cui intrattenersi per la notte in rapporti intimi, persone alle quali venivano erogate somme di denaro e altre utilità ulteriori rispetto a quelle consegnate alle altre partecipanti”.
Secondo i magistrati sono 33 le ragazze maggiorenni che sarebbero state indotte a prostituirsi da Nicole Minetti, Lele Mora e Emilio Fede.
A Lele Mora, a volte con Emilio Fede, spettava il compito di reclutare le ragazze disposte a prostituirsi presso la residenza del Premier ad Arcore, individuandole tra quelle legate per motivi professionali all'agenzia di spettacolo da lui gestita.
Secondo i magistrati milanesi l'agente dei vip “organizzava in alcune occasioni l'accompagnamento da Milano ad Arcore di alcune delle partecipanti alle serate mettendo a disposizione le proprie auto, inducendo e favorendo l'attività di prostituzione”.
A Nicole Minetti, sempre secondi i magistrati milanesi, spettava il compito di gestire “la sistematica erogazione di corrispettivi per l'attivita' di prostituzione svolta” a molte delle ragazze, ospiti delle serate organizzate a villa san Martino. Le ragazze venivano pagate attraverso “la concessione in comodato d'uso di alcune abitazioni, ubicate a Milano 2 via Olgettina numero 65, nonchè in contributi economici... corrisposti, previo assenso di Silvio Berlusconi, per il tramite del suo fiduciario Giuseppe Spinelli”. Sempre la Minetti, sostengono poi gli inquirenti “organizzava in alcune occasioni l'accompagnamento da Milano ad Arcore di alcune delle partecipanti alle serate, mettendo a disposizione le proprie auto”.
“Andrò in tv a spiegare tutto e a difendermi”. Silvio Berlusconi replica così alla notifica della chiusura del filone di inchiesta sul caso Ruby da parte della Procura di Milano. “Non posso credere a un uso della giustizia così barbaro e così lontano dalla realtà. Ho 75 anni e sebbene sia birichino, 33 ragazze in due mesi mi sembrano troppe anche per un trentenne”. Dalle dichiarazioni raccolte dalla “Repubblica” si legge: “Io non ho mai pagato una donna in vita mia - ripete Berlusconi -. E poi, può mai essere possibile che uno paghi con dei bonifici bancari una prestazione sessuale? Io sono come una Caritas quotidiana. Pago interventi chirurgici, il dentista, le tasse universitarie a tutti coloro che ne hanno bisogno. Sono in grado di farlo e sono felice di poterlo fare. Alcuni di quei bonifici servivano a pagare il mutuo ai genitori di una ragazza”.
E conclude dicendo: “Parteciperò a tutte le udienze dei processi”, ma “non è per niente facile affrontare quattro processi e fare il presidente del Consiglio”.