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ROMA, 2 NOVEMBRE - Matteo Renzi chiama in causa la Cambridge University sul caso Giulio Regeni, che lavorava come ricercatore proprio per la prestigiosa università britannica. “Vogliamo con forza la verità su Giulio Regeni. Vogliamo la verità, solo quella. Per questo chiediamo da mesi chiarezza anche all’università di Cambridge: il team che seguiva Giulio sta nascondendo qualcosa”? Così l’ex premier e oggi segretario del Pd, in un post sulla sua pagina Facebook, e con l’hashtag “#verità” su Twitter. [MORE]
Renzi, quando era ancora in carica a Palazzo Chigi, aveva parlato personalmente delle reticenze di Cambridge con la premier britannica. “Un anno fa - dichiara a Repubblica - avevo avuto un incontro con Theresa May nel corso del quale avevamo affrontato il caso di Giulio Regeni”. Allora la collaborazione giudiziaria tra i due Paesi era stata resa difficile dal rifiuto dell'Università di fornire informazioni sulle modalità con cui il ricercatore italiano era stato inviato in Egitto. Regeni stesso aveva manifestato le sue perplessità e paure sulla sua tutor, che non aveva esitato a definire “una attivista”.
E proprio la professoressa Maha Abdel Rahman, tutor di Giulio Regeni all’università di Cambridge, avrebbe mentito su alcune delle circostanze chiave relative al suo rapporto accademico con il ricercatore italiano, nonché sull’oggetto della ricerca e sulla scelta del docente che lo avrebbe accompagnato nel suo lavoro in Egitto. Il 9 ottobre scorso la procura di Roma ha trasmesso una nuova richiesta di rogatoria alle autorità giudiziarie inglesi, chiedendo formalmente che venga interrogata la tutor di Giulio, dopo che - per un anno e mezzo - si è volontariamente sottratta a ripetute richieste di testimonianza da parte dei giudici italiani.
Intanto la mamma e il papà del ricercatore friulano ucciso al Cairo non nascondono il dolore per la recente decisione del governo italiano di rimandare l’ambasciatore in Egitto: "È parsa una resa", hanno detto. Il 14 agosto scorso, alla luce degli sviluppi positivi intercorsi nei rapporti tra i due Paesi (in particolare la collaborazione tra le Procure), l’ambasciatore Giampaolo Cantini era stato inviato al Cairo. L’8 aprile 2016 l’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni aveva infatti richiamato l’ambasciatore dal Cairo, Maurizio Massari: ufficialmente per consultazioni, in realtà per inviare un messaggio preciso ad Al Sisi.
Claudio Canzone
Fonte foto: repubblica.it