Caso Lucchini: iniziato spegnimento altoforno e trovato accordo con impegno di 250 milioni
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PIOMBINO, 25 APRILE 2014 – Alle ore 10.56 ieri mattina, l'altoforno dell'acciaieria Lucchini, a Piombino, ha emesso la sua ultima colata, davanti allo sguardo impietrito di migliaia di lavoratori. L'impianto continuerà a bruciare coke per circa venti giorni fino ad arrivare allo spegnimento totale.
Una decisione forte, che si è rivelata inevitabile dopo il fallimento delle trattative di acquisizione della Lucchini, soprattutto dopo che è saltato l'accordo con la società araba Smc.
Non un addio ma un arrivederci. Questa sembra essere la prospettiva che si pone davanti al polo industriale di Piombino, e questo è quello che auspica il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che afferma: “nell'arco di due tre anni vogliamo una nuova produzione di acciaio a Piombino”.[MORE]
Quello che spaventa è il destino degli operai, che rimarranno senza lavoro, in un momento non troppo felice per l'occupazione italiana.
L'obiettivo è quello di riconvertire il polo siderurgico, rinnovandolo e ricostruendolo a norma ambientale. E per questo è stato firmato un accordo di programma a Palazzo Chigi per 250 milioni di euro. Sempre Rossi afferma che: “L'accordo serve a rilanciare la speranza di Piombino e dare la prospettiva di sostituire l'area a caldo con una tecnologia più avanzata”.
Rinnovamento, questa sembra essere la parola chiave per il destino della Lucchini, e circa un mese di tempo per prendere delle decisioni, prima del totale spegnimento dell'altoforno.
Nel frattempo quello che è evidente è la delusione e la preoccupazione nei volti dei lavoratori, immobili davanti all'altoforno che lentamente si spegne, insieme alla loro speranza.
Giulia Calvaresi
(Fonte immagine: lastampa.it)