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MESSINA, 28 AGOSTO – Si avvia finalmente ad una soluzione la vicenda dei migranti giunti al porto di Catania a bordo del rimorchiatore “Diciotti” della Guardia Costiera, che li aveva soccorsi in mare nella notte tra il 15 ed il 16 agosto al largo di Lampedusa. Dopo una settimana di polemiche e di stallo nel porto della cittadina etnea, i 143 profughi erano stati trasferiti nell’hotspot creato presso l’ex caserma “Bisconti” a Messina, in attesa di conoscere le nuove destinazioni. Cento di essi riceveranno l’accoglienza della CEI presso le strutture religiose di Rocca di Papa (RM), mentre i rimanenti dovranno attendere di essere trasferiti in Albania ed Irlanda, unici Paesi che hanno manifestato disponibilità ad ospitarli. [MORE]
Un nuovo viaggio di 10-12 ore, questa volta in pullman, aspetta dunque i cento migranti che verranno accompagnati alle porte di Roma nel centro “Mondo Migliore”. L’arrivo è previsto quindi per la giornata di domani, quando i profughi verranno accolti ed accuditi (alcuni di essi sono ancora malati, affetti da tubercolosi o da broncopolmonite) dai volontari della struttura, che inizieranno subito ad insegnare loro la lingua italiana nel tentativo di facilitarne l’inserimento sociale. Il centro accoglienza di Rocca di Papa non sarà però l’ultima meta del loro viaggio: molti di essi verranno infatti nuovamente smistati nelle varie diocesi che hanno dato disponibilità ad occuparsi della loro integrazione definitiva (Torino, Brescia, Bologna, Agrigento, Cassano all’Ionio, Rossano Calabro).
Quello di Rocca di Papa, al chilometro 10 della via dei Laghi, è dunque soltanto un luogo di accoglienza straordinaria e provvisoria: si tratta, infatti, di un centro dedicato alla spiritualità ed all’attività convegnistica, costruito nel 1957 ed inaugurato da Papa Pio XII. Inizialmente, la struttura era stata affidata al “Movimento Mondo Migliore” di padre Riccardo Lombardi, poi è passata alla gestione della congregazione degli Oblati di Maria Vergine, mentre oggi vi operano la Caritas e la cooperativa “Auxilium”. Il centro, dotato di oltre 400 posti letto, dispone di aree dedicate normalmente all’accoglienza di pellegrini e turisti, sale convegni, aule per corsi di studio, esercizi spirituali ed incontri di formazione e orientamento, camere per incontri di preghiera e ritiri spirituali, spazi che verranno temporaneamente destinati ai migranti in partenza dalla Sicilia.
“La scelta di favorire queste persone è stata della presidenza CEI ed è legata alla volontà di uscire da una situazione di stallo in cui i migranti si trovavano da diversi giorni” – ha spiegato don Ivan Maffeis, sottosegretario e direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della CEI, al SIR, l’agenzia dei vescovi italiani. “Davanti ad una situazione insostenibile dal punto di vista umanitario si è scelto di non andare avanti con comunicati ed appelli generici ma di intervenire attivamente, offrendo una disponibilità all’accoglienza concreta, fattiva ed immediata. La Chiesa italiana è disposta ad ospitare tutti quelli che hanno necessità di essere accolti, senza fare questione di numeri”. Maffeis ha però sottolineato che “questa è una risposta di supplenza, non può essere la risposta definitiva a questa situazione. La risposta di un Paese democratico dovrebbe maturare attraverso ben altri processi. Ovviamente, però, anche risposte di solidarietà e di umanità come questa possono aiutare a sviluppare una cultura dell’accoglienza”.
C’è poi chi non è d’accordo con la decisione spontanea ed autonoma dell’ente ecclesiastico: “Questa soluzione è assolutamente insoddisfacente, dato che i migranti non solo risiederanno in Italia, ma avranno a disposizione anche un’ottima location dalla quale apprezzare tutta la bellezza dei laghi e dei Castelli Romani. Ricordo che non più di un anno fa 420 migranti ospitati nello stesso centro di Rocca di Papa bloccarono la strada provinciale della via dei Laghi provocando numerosi problemi ai cittadini residenti” – ha dichiarato in una nota ufficiale Andrea Volpi, capogruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio metropolitano di Roma. Analoghi sentimenti astiosi sono condivisi da alcune frange della popolazione locale, che sui social network si sono scagliate contro il Pontefice e la Conferenza Episcopale, lamentando il fatto che gli stranieri porterebbero “malattie e criminalità” e darebbero “fastidio alle donne”, ma dolendosi anche del fatto che per accogliere i migranti verrebbero trascurati tutti gli altri problemi della cittadina e dell’area metropolitana.
Più morbido, invece, il sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini, il quale ha scritto su Facebook di aver “inviato una lettera al Santo Padre, al fine di ricordare che Rocca di Papa è sempre stata pronta ad accogliere e a sostenere coloro che si trovano in una situazione di difficoltà”, sottolineando però di aver appreso soltanto dalle agenzie di stampa e dai telegiornali l’arrivo dei cento migranti provenienti dalla nave Diciotti. Egli ha, in ogni caso, aggiunto: “Rispetto la decisione del Santo Padre, cha ha lavorato assieme al Ministro degli Interni per risolvere una questione politicamente difficile. A Rocca di Papa ci stiamo comunque già attivando, in coordinamento con la Prefettura e la cooperativa che gestisce il centro, per continuare a garantire il massimo controllo sul territorio ed evitare eventuali disagi alla cittadinanza”.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: lapresse.it