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SALERNO, 10 DICEMBRE 2015 - Caso Daimler: la Germania dovrà rispondere delle accuse davanti alla Corte di giustizia dell'Unione Europea. [MORE]
Le accuse rivolte alla Germania dalla Ue sono quelle di non aver fatto nulla per impedire l'immissione sul mercato, da parte della società tedesca Daimler, di automobili non a norma anti-inquinamento. Nello specifico, si fa riferimento ai gas refrigeranti installati su alcune autovetture che sarebbero, per l'appunto, fuori norma e per questo altamente inquinanti. Per cui la Corte Europea ha stabilito che "Nonostante i contatti tra la Commissione e le autorità tedesche nel contesto della procedura d'infrazione, la Germania, non ha preso nessuna ulteriore misura contro l'approvazione da parte della motorizzazione di veicoli non a norma e non ha intrapreso azioni di rimedio appropriate nei confronti del produttore". Questo è quanto riportato nel documento ufficiale della Commissione Europea. La vicenda Daimler risale al 2013, quando la suddetta, ha deciso di continuare a produrre auto con il gas incriminato, l'R134a, nonostante fosse ritenuto altamente inquinante e quindi messo fuori legge dall'Ue dal 2011. La Daimler controbbatte alle accuse sostenendo invece che il nuovo gas ritenuto a norma, il il 1234yf, sarebbe più pericoloso in quanto facilmente infiammabile. Tuttavia, i test di sicurezza effettuati sostengono il contrario. La segnalazione dell'infrazione alla normativa europea, era arrivata anche da parte dell'allora commissario all'industria Antonio Tajani, che a gennaio 2014, aveva aperto la procedura d'infrazione inviando una lettera di messa in mora. Mentre la Francia nel 2013 aveva addirittura sospeso l'immatricolazione di queste auto, per lo più Mercedes, a cui la Germania aveva concesso la stessa omologazione data alle vecchie auto per aggirare la direttiva Mac ('Mobile air conditioning). Ora la Germania dovrà fare i conti con la corte europea.
(foto:quotidiano.net)
Filomena I. Gaudioso