Casalesi: sequestro di beni nel basso Lazio
Cronaca Campania Napoli

Casalesi: sequestro di beni nel basso Lazio

martedì 15 marzo, 2011

NAPOLI, 15 MARZO - La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ha effettuato questa mattina un sequestro di beni per oltre 100 milioni di euro ad esponenti vicini al clan camorristico dei Casalesi. I beni sequestrati sono situati nel basso Lazio, precisamente a Castrocielo, Cassino, Aquino, Frosinone, Formia e Gaeta, oltre che a Roma e a L’Aquila.


Si tratterebbe di 17 società, 2 ditte individuali, 31 fabbricati, 14 terreni, 16 autovetture e 118 rapporti finanziari, ai danni di tre pregiudicati: G. D., A. S. e A. D., che attualmente sono sottoposti a obbligo di soggiorno, vigilati costantemente dalle forze di polizia. Il gruppo è considerato dalla DIA contiguo ai Casalesi, tanto che uno degli arrestati, avrebbe intrapreso, su incarico del boss F. S., detto Sandokan, una serie di investimenti di capitali accumulati in modo illegale dall'organizzazione in Italia e all'estero, e gestito nel basso Lazio estorsioni, truffe, riciclaggio e ricettazione.


Il collaboratore di giustizia D. B. ha raccontanto, uomo del boss A. B., per dimostrare la sua nuova fedeltà nei confronti di Sandokan dopo l’uccisione di Bardellino, gli avrebbe regalato una Jaguar verde bottiglia, che il boss avrebbe poi distrutto contro un cancello. Da questo episodio deriva il nome dato all’operazione svolta questa mattina, "Verde bottiglia"

 

Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha espresso soddisfazione per la riuscita dell'operazione: "Si tratta di uno tra i più ingenti sequestri sottratti ai Casalesi fuori dalla Campania, il governo dispone ora di una cifra importante per migliorare il sistema giudiziario e la sicurezza per i cittadini".


Antonio Turri, responsabile per il Lazio dell’associazione antimafia Libera, in una nota dichiara: “Nell'esprimere il nostro plauso alle forze dell'ordine e alla magistratura per l'operazione ribadiamo che il sequestro di oggi è la conferma di quanto sosteniamo e denunciamo da anni: la quinta mafia è radicata nel tessuto economico del Lazio ed è riduttivo parlare solo di tentativi di infiltrazione delle mafie in questa Regione. Qui la mafia non è più infiltrata, si sta radicando”


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