Caro direttore, ti chiedo di essere sollevata dall'incarico di conduttrice del Tg1
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ROMA, 25 MAGGIO – Elisa Anzaldo rinuncia alla conduzione del Tg1. La giornalista e conduttrice del telegiornale Rai diretto da Augusto Minzolini ha dichiarato pubblicamente tramite Repubblica di non avere più intenzione di “mettere la faccia” per un giornale ormai troppo e palesemente in linea con le posizioni della maggioranza. [MORE]
Il principio fondamentale della libera informazione scorre ancora nel sangue dei giornalisti italiani. Le dimissioni della Anzaldo arrivano dopo quelle di Maria Luisa Busi e Tiziana Ferrario che uscirono dalla redazione del Tg1 “per incompatibilità con la linea editoriale”. Forse termini più politicamente corretti che però esprimono in egual misura la perdita di credibilità di un giornale a cui segue anche quella dell’intero servizio pubblico radiotelevisivo italiano.
Già ad aprile Elisa Anzaldo aveva chiesto spiegazioni al suo direttore in merito alla censura di alcune sue notizie relative al caso Ruby. Minzolini la liquidò sostenendo che a suo parere tali notizie non erano meritevoli di spazio nella principale rete pubblica. Il direttore ha creduto, o forse sperato, eccessivamente in un appiattimento morale del giornalismo italiano ma probabilmente si è ingannato.
La Anzaldo rivolge un ringraziamento a Minzolini: “per avermi spiegato il perché non consideri notizia quelle che io invece ritengo tali e come me molti mezzi di informazione”. Ha poi aggiunto “Non posso più rappresentare un telegiornale che ogni giorno rischia di violare i più elementari doveri dell’informazione pubblica come equilibrio, correttezza, imparzialità e completezza dell’informazione. Per motivi professionali e deontologici non ritengo più possibile mettere la faccia in un tg che fa una campagna di informazione contro qualcuno”. La Anzaldo ha deciso di rendere pubblica la richiesta di lasciare l´incarico dopo l´intervista monologo rilasciata al Tg1 venerdì scorso da Berlusconi e costata più 250mila euro di multa alla rete.
La giornalista fa inoltre un elenco di tutte le notizie scomode per il governo e di conseguenza censurate per motivi di convenienza politica. “Non c’era notizia nei nostri titoli delle 20 del 6 aprile dell’apertura del processo Ruby a Milano. Forse non è stata considerata una notizia?”. E ancora: “Non si comprende perché i telespettatori del Tg1 non abbiano avuto notizia della proposta di modifica, da parte di un parlamentare, dell’articolo 1 della Costituzione. Perché se si tratta di una non notizia tutti i quotidiani gli hanno dedicato l’apertura? Ed erano forse degne di due righe le critiche di un ministro, Galan, ad un altro ministro, Tremonti? Questione che ha reso necessario l’intervento del premier? O perché abbiamo ignorato la nuova emergenza rifiuti a Napoli sino a quando il governo non ha nuovamente inviato l’esercito?”.
Continue bufere in casa Rai, perdita di giornalisti da parte del Tg1, proteste, malcontenti. Di fronte a questo stato di palese malessere dell’informazione Minzolini risponde sereno: “è una cosa che riguarda lei”. Le dimissioni non si fermeranno, i fermenti neanche. Se cambieranno gli atteggiamenti di coloro i quali filtrano le informazioni lo scopriremo col tempo. Di certo cambieranno con molta più probabilità i modi ed i mezzi di ricerca di una informazione più libera ed imparziale in linea con i principi basilari di un paese democratico.
Filomena Maria Fittipaldi