Caritas, sono 8,3 milioni i "nuovi poveri" italiani
Economia Lombardia

Caritas, sono 8,3 milioni i "nuovi poveri" italiani

lunedì 17 ottobre, 2011

MILANO, 17 OTTOBRE 2011- Da quanto risulta dal XI Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia, curato da Caritas Italiana e Fondazione Zancan, in Italia sono in crescita i 'nuovi poveri': persone che hanno una casa, un lavoro e vivono in famiglia ma se la passano male. Come evidenzia il Rapporto, "Il perdurare della condizione di povertà di molte persone e famiglie povere dimostra che le politiche di contrasto fin qui attuate non sono riuscite a incidere sul fenomeno. Anziché continuare a insistere su una strada dimostratasi fallimentare, è ora importante segnare un netto cambiamento di rotta". [MORE]

 

Secondo i dati, in quattro anni, i "nuovi poveri" sono aumentati del 13,8%, pari a circa 8,3 milioni di italiani, con un aumento rispetto all'anno precedente, quando erano 7,8 milioni (13,1%). Significative differenze si sono registrate nelle varie macroregioni italiane. Infatti, al Sud, l'aumento arriva a toccare il 74%.

 

 

Il Rapporto specifica che, "Il raggio di azione della povertà economica si sta progressivamente allargando e coinvolge un numero crescente di persone e famiglie tradizionalmente estranee al fenomeno. Per le nuove famiglie povere, la povertà non è sempre cronica, ma rappresenta una situazione episodica del proprio percorso biografico. Non è il prodotto di processi di esclusione sociale irreversibili, ma di un più generale modo di vivere, di una instabilità delle relazioni sociali, di una precarietà che coinvolge il lavoro, le relazioni familiari e l'insufficienza del sistema di welfare".

In base alle stime fatte, nel 2010, rispetto all'anno precedente, "la povertà relativa è aumentata, tra le famiglie di 5 o più componenti (dal 24,9 al 29,9%), tra le famiglie monogenitoriali (dall'11,8 al 14,1%), tra i nuclei residenti nel Mezzogiorno con tre o più figli minori (dal 36,7 al 47,3%) e tra le famiglie di ritirati dal lavoro in cui almeno un componente non ha mai lavorato e non cerca lavoro (dal 13,7 al 17,1%). Ma la povertà è aumentata anche tra le famiglie che hanno come persona di riferimento un lavoratore autonomo (dal 6,2 al 7,8%) o con un titolo di studio medio-alto (dal 4,8 al 5,6%). Per queste ultime è aumentata anche la povertà assoluta, passando dall'1,7 al 2,1%".

Inoltre, risulta che le Caritas diocesane continuano a registrare un progressivo aumento del numero di persone che si presentano ai Centri di Ascolto (CdA) e ai servizi. Dal punto di vista geografico, l'aumento più elevato si registra nel Sud Italia (+69,3%), minore è il ricorso nei Centri di Ascolto del Nord-Est (+3,8%).

I motivi principali per cui si ricorre ai CdA, al primo posto figurano sempre i problemi di povertà economica, seguiti dai problemi di occupazione, i problemi abitativi e, al quarto posto, i problemi familiari. Aumenta aanche il numero dei cittadini italiani che chiedono aiuto: rispetto al valore base del 2007, si registra un incremento complessivo pari al 42,5%.

E' da sottolineare il significativo aumento delle richieste di sussidi economici (+80,8%) e di consulenze professionali (+46,1%).

In pratica, un Rapporto che ci da l'immagine di un'Italia sempre più povera, non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale e della privazione di diritti fondamentali.

Rosy Merola


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