Carchidi, call Center e delocalizzazioni. Fatta la legge, trovato l'inganno!
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Call Center e delocalizzazioni. Fatta la legge, trovato l'inganno! Slc Cgil su circolare 14 del Ministero del Lavoro: stravolta la volontà legislativa
CATANZARO, 8 APRILE 2013 - Era il 4 agosto del 2012, quando, dopo una lunga campagna informativa che aveva portato alla raccolta di centinaia di migliaia di firme, la proposta di legge popolare lanciata per salvaguardare i Call Center dal fenomeno delocalizzazione veniva votata in Parlamento.
Le organizzazioni sindacali di categoria si adoperarono fattivamente per sostenere con forza quel documento che prese il nome di “emendamento Vico-Lulli” e che si inserì all'interno della legge 92/2012 (c.d. riforma lavoro). La chiara volontà dei promotori era quella di istituire una legislazione che difendesse il settore dei call center in out-sourcing dal fenomeno dilagante della delocalizzazione all'estero. La normativa, così come proposta e sostenuta da migliaia di firme di lavoratrici e lavoratori del settore, mira a salvaguardare un intero comparto, che solo in Calabria occupa qualcosa come 15mila addetti.
Dopo poco più di 6 mesi dalla conversione in legge, la norma in questione ancora ad oggi non ha trovato attuazione, e la circolare 14 del Ministero del Lavoro, dello scorso 2 aprile, ne stravolge vergognosamente il senso.
Ancora ad oggi non è stata messa in funzione la “voce guida” che deve informare preliminarmente il consumatore/cliente sul paese estero in cui l'operatore con cui parla è fisicamente collocato, per poi eventualmente accordare il proprio consenso al trattamento dei dati personali. Questo non avviene ancora né sulle chiamate in-bound per i servizi di assistenza al cliente, né in quelle out-bound nel caso della vendita e promozione di beni e servizi telefonici.
La legge approvata, all'art. 24 bis comma 6, prevede, tra l'altro, una sanzione pecuniaria di 10mila euro al giorno per ogni giornata di violazione.
Innanzi a tutto ciò, il Ministero del Lavoro, invece di invitare le aziende committenti al rispetto della legge ed eventualmente sanzionarie le imprese inadempienti, emana una circolare che definisce “esteri” solo i paesi al di fuori della comunità europea, così da permettere ancora alle aziende che delocalizzano attività all'interno dei confini europei di usufruire degli incentivi previsti dalla 407/90.
La circolare in questione, inoltre, con una interpretazione davvero surreale, dispensa le aziende dalle comunicazioni al Ministero ed all'Autorità garante per il trattamento dei dati personali nei casi di delocalizzazioni di attività che non causino problemi occupazionali.
La volontà chiara di chi, come noi, ha sostenuto questa proposta di legge, era quella di disincentivare la delocalizzazione di attività all'estero, non solo in termini di mantenimento dei livelli occupazionali, ma anche in termini di prospettiva e sviluppo per il settore del customer.
Ed invece non solo questo governo non è stato capace di attuare politiche di sostegno all'occupazione, da affiancare a questa normativa, ma continua ad operare in totale senso opposto a quanto a gran voce richiesto dalla cittadinanza.
Se qualcuno in Italia crede che siamo in un periodo di “vacatio governativa”, si sbaglia di grosso. Questo governo, bocciato sonoramente dal voto degli italiani, continua a legiferare, fornendo interpretazioni che continuano a produrre danni al nostro paese.
Dal canto nostro continueremo a denunciare quanto sta accadendo, cercando di richiamare l'attenzione dei parlamentari, delle istituzioni, dell'opinione pubblica e dei media.
Metteremo, inoltre, in campo tutte le iniziative di protesta e legali, volte a difendere non solo l'occupazione del settore dei call center in out-sourcing, ma anche la privacy sui dati sensibili dei cittadini italiani.[MORE]
SCARICA LA CIRCOLARE DEL MINISTERO DEL LAVORO
SCARICA EMENDAMENTO 24.024 SU DELOCALIZZAZIONE CALL CENTER E SUBEMENDAMENTO A DL CRESCITA
Daniele Carchidi
SLC CGIL CALABRIA