Carceri, Napolitano in visita a San Vittore (Milano): «Nessuno neghi la gravità e l' emergenza»
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Carceri, Napolitano in visita a San Vittore (Milano): «Nessuno neghi la gravità e l' emergenza»

mercoledì 6 febbraio, 2013

MILANO, 06 FEBBRAIO 2013 - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha fatto visita alle carceri di San Vittore a Milano, accompagnato dal sindaco Pisapia. Il sovraffollamento delle strutture italiane è, da un po' di anni a questa parte, oggetto di discussioni politiche.

Dopo il recente sciopero della fame di Marco Pannella, Napolitano ha lanciato l'allarme da uno dei carceri più sovraffollati, nel quale sono detenute 1.600 persone, sebbene l'edificio sia in grado di ospitarne circa la metà. Il presidente della Repubblica ha dichiarato: «Ho più volte, anche recentemente, colto ogni occasione per denunciare l'insostenibilità delle condizioni delle carceri e di coloro che vi sono rinchiusi, ma i miei appelli sono purtroppo caduti nel vuoto».[MORE]

Napolitano, che è il primo capo di Stato a visitare San Vittore, ha spiegato: «E' in gioco una delle condizioni essenziali dello Stato di diritto. Sono in gioco il prestigio e l'onore dell'Italia e l'impegno che ne discende deve essere presente a tutte le forze politiche e ai cittadini elettori anche nel momento in cui è chiamato a eleggere il nuovo parlamento. La mancata attuazione delle regole penitenziarie europee conferma la perdurante incapacità del nostro Stato a realizzare un sistema rispettoso del dettato dell'artico 27 della Costituzione sulla funzione rieducativa della pena e sul senso di umanità».

Dopo aver invitato ogni fazione politica a «Non negare la gravità e l'emergenza» della situazione, il presidente ha poi concluso il suo intervento pubblico affermando: «Confido che la mia testimonianza e le mie parole di oggi possano essere raccolte da chi mi succederà nelle funzioni di Capo dello Stato e da tutte le istituzioni rappresentative».

Fuori da San Vittore erano presenti esponenti radicali e sostenitori della causa, i quali, tramite slogan, hanno richiesto l'amnistia.

(Foto da corrieredellacalabria.it)

Alessia Malachiti


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