Caos Catalogna: Puigdemont vicino ad annunciare elezioni, poi il dietrofront
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BARCELLONA, 26 OTTOBRE – Ore convulse e caotiche nel capoluogo della comunità autonoma catalana. Il Presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, sarebbe stato oggi prossimo ad annunciare in diretta televisiva nuove elezioni in Catalogna per evitare il commissariamento, che potrebbe scattare domani con il voto del Senato Spagnolo. Tuttavia, a pochi minuti dalla diretta è giunto improvvisamente il dietrofront e la conferenza stampa è stata annullata, probabilmente perché da Madrid avrebbero fatto sapere di essere intenzionati a disporre in ogni caso il paventato commissariamento. [MORE]
L’intenzione di sciogliere il Parlamento della comunità autonoma e convocare anticipatamente nuove elezioni era risultata dalla riunione fiume tenutasi ieri a Barcellona, nel Palazzo della Generalità in Plaça de Sant Jaume. Secondo quanto riferito da TV3, la proposta, che sarebbe andata nella direzione opposta rispetto alla dichiarazione d’indipendenza della Catalogna, più volte ed in varie modalità annunciata negli scorsi giorni, sarebbe stata avanzata per lanciare segnali di distensione al Governo centrale di Madrid ed evitare l’applicazione della norma di cui all’art. 155 della Costituzione spagnola. Tale articolo, al quale mai era stato fatto ricorso dall’introduzione della Costituzione nel 1978, prevede che: “Qualora una Comunità Autonoma non dovesse ottemperare agli obblighi imposti dalla Costituzione o dalle altre leggi, oppure si comporti in modo tale da attentare agli interessi generali della Spagna, il Governo, previa richiesta alla Presidenza della Comunità Autonoma o con l'approvazione della maggioranza assoluta del Senato, potrà prendere le misure necessarie per obbligarla all'adempimento forzato dei suddetti obblighi o per la protezione dei suddetti interessi”. L’intenzione del Governo centrale, guidato da Mariano Rajoy, sarebbe proprio quella di esercitare la facoltà di assumere tutte le competenze ed i poteri locali della comunità autonoma catalana.
Era stata addirittura individuata una papabile data per l’election day, il 20 dicembre prossimo, prima che il Presidente Puigdemont cancellasse la dichiarazione istituzionale che era stata fissata per le 14:30. Del resto, questa decisione aveva portato alle dimissioni dei deputati della Junts pel Sì (la coalizione di maggioranza nel parlamento catalano) Jordi Cuminal, Albert Batalla e Joan Ramon Casals. Inoltre, l’ala radicale del fronte indipendentista (CUP) aveva dichiarato che "non rispettare il risultato del referendum e non dichiarare l'indipendenza sarebbe una slealtà". Diverse centinaia di studenti indipendentisti si sono poi ieri sera radunate nel centro di Barcellona, dirigendosi in corteo verso il Palazzo della Generalità gridando al “tradimento”, che sarebbe stato consumato dal Presidente Puigdemont con il riavvicinamento a Madrid.
Intorno alle 17, sono poi arrivate le attese dichiarazioni di Puigdemont dalla Galeria Gòtica del Palau: "Il mio dovere è tentare tutte le vie per trovare una soluzione dialogata e concordata per evitare l'applicazione dell'articolo 155. Avrei indetto le elezioni se vi fossero state le garanzie, ma queste garanzie da parte di Madrid non ci sono". Pertanto ha concluso che: "Sarà il Parlamento catalano a
decidere se proclamare l'indipendenza”.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: rtve.es