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ROMA, 13 MARZO 2017 - Il Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha affidato alle colonne del quotidiano la Repubblica le sue riflessioni sullo scandalo Consip, la società del Ministero dell'Economia incaricata dell'acquisto di beni e servizi per la PA. [MORE]
Per Cantone, la corruzione nasce dalla presenza continua di politici attorno a gare e appalti. "Non ho mai detto che il contrasto alla corruzione sarebbe stata una passeggiata e non ho neppure lontanamente pensato che potessero bastare tre anni di Anac per invertire il trend - dichiara Cantone - Abbiamo avviato un percorso, che è ancora lungo, tortuoso, irto di ostacoli. Vicende come quelle di Consip non saranno certo le ultime che emergeranno in questo Paese. La corruzione è tutt'altro che vincibile domani o dopodomani".
Cantone ha respinto anche ogni suo possibile coinvolgimento nella vicenda. "Da quando faccio il magistrato sono attentissimo a chi frequento, difficile avvicinarmi" ha dichiarato. "Non ho avuto alcun rapporto con Romeo che non fosse puramente formale e l'ho conosciuto quando la sede dell'Avpc passò all'Anac e avemmo l'esigenza di rescindere il contratto".
Per Cantone, quello di Romeo non è un caso isolato. "Credo ce ne siano tanti, ma io sono tranquillo, e sono sicuro che gli eventuali tentativi non vanno da nessuna parte".
Ritornando sullo specifico della questione Consip, Cantone ha spiegato che non spetta a lui decidere sull'opportunità delle dimissioni dell'ad di Consip, Marroni, competenza esclusiva del Ministro dell'Economia e del diretto interessato. "I magistrati lo considerano fino a oggi un testimone attendibile. E chi collabora con la giustizia in modo corretto e leale fa il suo dovere" ha aggiunto Cantone.
E sulle possibili dimissioni del Ministro Lotti, anche lui coinvolto nello scandalo, Cantone è tranciante: "Su questo non ho nulla da dire perchè sono in ballo valutazioni politiche da cui è necessario che mi tenga lontano. In generale, come ho detto tante volte, non basta un avviso di garanzia per imporre il passo indietro, ma la politica deve valutare se i fatti, a prescindere perfino da interventi giudiziari, siano più o meno compatibili con ruoli di responsabilità per il Paese".
Daniele Basili
immagine da huffingtonpost.it