Cannabis: come sta cambiando lo scenario nazionale rispetto all'uso terapeutico
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18 LUGLIO 2014 - Da circa due anni, a livello internazionale, si sta assistendo ad una rinnovata e aperta trasformazione delle leggi in materia di cannabis medica: questo grazie alla ricerca scientifica e probabilmente anche alle perseveranti richieste delle associazioni no-profit che, con i pazienti, stanno lottando per ottenere finalmente il diritto di curarsi tramite la cannabis terapeutica, anche in Italia.
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L'esempio americano che ci è giunto ad inizio anno dal Colorado sta influenzando anche la valutazione e l'ideologia culturale radicata da decenni nel nostro Paese, dove fino a pochi mesi fa leggi fortemente repressive come la Fini-Giovanardi avevano contribuito a distogliere l'attenzione dalla marijuana come importante risorsa della medicina, ad esempio per la cura di importanti patologie come la sclerosi multipla, il dolore causato dal cancro, il glaucoma, l'epilessia e altre. Oggi, oltre ad aver bocciato la legge sulle droghe per incostituzionalità, le istituzioni sono finalmente pronte a modificare le leggi per sfruttare la cannabis medica anche in Italia.
Fino ad ora sono 9 le Regioni ad aver approvato l'uso terapeutico della cannabis a carico dei Servizi Sanitari locali, ma alcuni importanti aggiornamenti sono arrivati in questi giorni da Puglia, Emilia Romagna, Toscana e dal Municipio Roma VIII. Quest'ultimo, ad esempio, ha appena approvato a maggioranza una mozione a sostegno dei progetti sperimentali sulla legalizzazione della cannabis medica e ricreativa: l'obiettivo è quello di contrastare il commercio illegale e di consentire un più facile accesso alla marijuana medica ai malati, come dichiarato dal Presidente del Municipio Roma VIII Andrea Catarci.
In Puglia e in Toscana, dopo l'approvazione dell'uso della cannabis terapeutica, ora si punta sulla produzione di farmaci cannabinoidi sul territorio: entrambe le regioni hanno riconosciuto nello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze la struttura ideale per tale scopo. Attualmente, infatti, i medicinali a base di cannabis sono acquistati dall'Olanda a prezzi piuttosto elevati: se l'Italia potesse coltivare e produrre direttamente sul territorio, i costi potrebbero sensibilmente diminuire. La terza commissione di Sanità pugliese, in particolare, ha firmato una proposta che prevede anche la collaborazione dell'istituto farmaceutico militare con l'Università di Puglia per la ricerca e per i progetti pilota da sperimentare a livello locale. In Toscana, la proposta prevede anche di autorizzare i medici generici a prescrivere farmaci cannabinoidi. Si dovrà attendere ora l'approvazione dei rispettivi Consigli Regionali.
La Commissione Salute e Politiche sociali dell'Emilia Romagna, invece, suggerisce in particolare di rendere meno complessi i procedimenti burocratici della domanda dei pazienti per accedere ai farmaci cannabinoidi. Intanto il Consiglio Regionale ha appena approvato un nuovo provvedimento, presentato nel 2011, sulla regolamentazione di questi medicinali nelle strutture sanitarie: da ora in poi tali farmaci saranno a carico del servizio sanitario regionale, così come già accade in altre Regioni come Liguria, Abruzzo, Toscana, Puglia, Veneto, Friuli e Marche. La sanità pubblica potrà inoltre stipulare particolari convenzioni con il CRA-CIN di Rovigo (al momento l'unico centro per la sperimentazione in Italia ad essere autorizzato a coltivare la canapa per motivi scientifici).