Camusso: sciopero contro una manovra totalmente irresponsabile
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Camusso: sciopero contro una manovra totalmente irresponsabile

martedì 6 settembre, 2011

 ROMA, 6 SETTEMBRE 2011 - Continua lo sciopero della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, meglio nota con la sigla di Cgil, cominciato questa mattina.
In circa cento piazze italiane hanno sfilato migliaia di persone per protestare contro la manovra finanziaria per sanare il debito pubblico italiano.
Ed è a Roma che si è svolta la manifestazione più importante: partiti da piazza dei Cinquecento, i manifestanti hanno percorso via Cavour, S.Maria Maggiore, via Merulana e via Labicana per poi ascoltare, nei pressi dell'Arco di Costantino, le parole conclusive di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil.[MORE]

Spiegando le motivazioni dello sciopero, la Camusso ha affermato: “è possibile una manovra strutturale più equa, che non scarica solo sul pubblico impiego e sul reddito fisso. Chiediamo di togliere l'art. 8 che è un danno al lavoro”. “Il paese – ha aggiunto - è in una situazione molto difficile e per questo abbiamo proposto una contromanovra che ha esattamente gli stessi saldi, perché pensiamo che bisogna intervenire rapidamente, ma se si fa il passo sbagliato si entra nell'abisso, invece che fare un passo indietro”.

Parlando poi sul palco allestito vicino al Colosseo, si scontra direttamente contro il governo: “Vorrebbero farci tacere, ma noi non ci rassegnamo e anche se la manovra sarà approvata, noi saremo giorno per giorno in piazza, con quelli che hanno il coraggio di dire no”.

Ma non risparmia neppure i “cugini” Cisl e Uil, difendendo la scelta del suo sindacato di affrontare lo sciopero da solo, rispondendo alle affermazioni di Raffaele Bonanni, segretario nazionale della Cisl, che ieri aveva definito questo sciopero “demenziale” nell'attuale situazione di difficoltà del paese. “Ma se non ora quando?” ha domandato la Camusso. “È proprio ora che bisogna chiedere il cambiamento, dire che questa manovra non va perché si tolgono risorse agli enti locali e di conseguenza servizi ad anziani, gente comune e persone in difficoltà”. “La scelta di fare uno sciopero è sempre una scelta difficile e in situazione di crisi lo è ancora di più - ha poi ammesso -. Ma proprio per questo è una decisione merita rispetto, a dispetto dei corvi che abbiamo sentito in questi giorni. Ai cugini di Cisl e Uil vorremmo chiedere: ma quando allora si può scioperare? Perché se non c'è mai un momento in cui si può scioperare allora vuol dire che non si è capito cosa sta succedendo davvero a questo Paese».

A sostenere la Cgil non ci sono però solo i sindacati di base, ma anche esponenti dell'opposizione. “Non ho nessuna fiducia che in Parlamento ci si possa liberare di questo Governo. Per questo serviranno, una, cento, mille piazze per dare al più presto una spinta dal basso per cacciare questo Governo” afferma Antonio Di Pietro, leader Idv.
“Le fiducie sono fatte per far crescere la sfiducia il giorno dopo, sono segno di debolezza". Così sostiene il segertario del Pd Pierluigi Bersani durante il corteo, riferendosi al momento critico del governo. "Se arrivano lì - aggiunge - vuol dire che sono deboli e poco credibili”.
Anche Vendola interviene: “Questa è una finanziaria che mette in apnea il mondo del lavoro. La Cgil oggi rappresenta l'Italia migliore”. Il leader Sel ha poi affermato che la manovra finanziaria attuale “colpisce al cuore la civiltà del lavoro”. “Ci sarebbe bisogno di altro – ha continuato -: di una patrimoniale, ad esempio, di tagliare le spese militari, di un confronto sul futuro delle giovani generazioni”.

A gelare gli animi è il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che ha ribadito, commentando lo sciopero: “a Bersani, che pretende addirittura la rinuncia all'articolo 8, rispondiamo che non se ne parla proprio nel nome, da un lato, della sua corrispondenza a una delle più esplicite richieste della Bce e, dall'altro, di un consenso che ha visto convergere la maggioranza e il Terzo polo oltre alla sua accettazione da parte della maggioranza degli attori sociali”.

Marta Lamalfa


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