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FIRENZE, 11 LUGLIO 2012- Dopo il calcio di rigore di Fabio Grosso contro la Francia nella finale di Coppa del Mondo a Berlino, la felicità in tutti gli italiani fu tanta. Sono passati sei anni ma il ricordo è ancora vivido e la cavalcata degli azzurri di Lippi elettrizza gli animi e, diciamolo, riesce persino a far scendere una lacrima di commozione. Nella vita le vere gioie e (purtroppo) i dolori, si differenziano, e di molto, dall’esultanza o dalla delusione per un goal, intendiamoci. Tuttavia cosa sarebbe la nostra esistenza senza un pizzico di “sana” superficialità? Le sensazioni che lo sport conferisce a un individuo sono uniche. E poi ci sono i ricordi. Quelli te li porti sempre con te, associati ad un evento, un luogo, una canzone. Nella finale del Mondiale 2006 molti lettori riusciranno a rievocare senza difficoltà i momenti della partita che ci permise di salire sul tetto del mondo. Per non parlare dei festeggiamenti nelle piazze, dei caroselli con le auto e delle innumerevoli stravaganze consentite ai campioni del Mondo. In questo frangente molti di noi hanno udito gli over 35 in particolare, di ambo i sessi, tessere le lodi di Cannavaro e compagni ma anche lasciarsi andare a commenti del tipo “Ma vuoi mettere il Mondiale in Spagna dell’82’…”. Per chi non ha vissuto, per motivi anagrafici, il vittorioso mondiale spagnolo è facile aver ascoltato le gesta dei ragazzi di Bearzot da coloro che si nutrirono dei goal di Paolo Rossi e delle parate di Dino Zoff, senza dimenticare il contributo dei documentari tv e i filmati reperibili via web.
Eppure come nel 2006 la Nazionale non si affacciò alla competizione sotto i migliori auspici. Lo scandalo del Calcioscommesse si era abbattuto sul calcio nostrano minandone la credibilità e disincentivando l’amore degli sportivi. La stampa attaccò ferocemente Bearzot e la comitiva azzurra. Dalle critiche per le mancate convocazioni di Pruzzo e Beccalossi a veri e propri scandali da gossip, evidentemente extra-calcistici… Il clima era talmente avverso che Bearzot ordinò il silenzio stampa. Nella prima fase a gruppi l’Italia non entusiasmò. Gli azzurri centrarono la qualificazione grazie a tre pareggi con Polonia, Perù e Camerun. Gli africani furono eliminati solo per la peggior differenza rispetto all’Italia. Tra mille difficoltà il Mundial 1982 proseguì. Si giunse alla seconda fase a gruppi. L’Italia affrontò l’Argentina di un giovane Maradona. Il “Pibe de oro” fu francobollato da Claudio Gentile che lo annullò nel corso dei novanta minuti. Le reti di Tardelli e Cabrini e il goal di Passarella fissarono il risultato sul 2-1 per gli azzurri. Sconfitti i campioni del Mondo in carica. La gente iniziò ad affezionarsi alla Nazionale e soprattutto a credere nell’impresa. Troppe “condanne” erano state sentenziate frettolosamente.
Nella seconda partita del gruppo lo scoglio da superare era enorme: si chiamava Brasile. Si trattava della squadra favorita per la vittoria finale che annoverava fuoriclasse del calibro di Zico, Socrates, Falcao e tanti altri. La sfida fu memorabile. Finì 3-2 per gli azzurri. Man of the match fu Paolo Rossi (la cui convocazione venne osteggiata da molti) con una straordinaria tripletta. Ai giocatori carioca sarebbe bastato un pareggio per accedere alla semifinale, riuscirono a raggiungerci ma vennero castigati definitivamente ancora una volta da Pablito (come fu ribattezzato da lì in avanti). Fu punita la loro presunzione che non fece altro che esaltare le note virtù tattiche italiane. Quella squadra così bistrattata aveva eliminato Argentina e Brasile e aveva ottenuto il pass per la semifinale contro la Polonia. La partita contro i polacchi fu dominata dagli azzurri che ottennero il successo grazie a una doppietta di uno scatenato Paolo Rossi.
La finale di Madrid di trent’anni fa ci contrappose alla Germania Ovest. Squadra temibile quella tedesca, con i vari Rummennige, Briegel e Breitner. L’Italia scese in campo aggressiva e prese sin da subito in mano le redini del gioco. Nel primo tempo Cabrini calciò fuori un penalty ma nella ripresa gli azzurri dilagarono. Vantaggio di Paolo Rossi (sesto goal nella manifestazione), raddoppio di Tardelli impreziosito dall’ormai leggendario urlo e terzo goal di Altobelli. Germania annichilita. Inutile la rete di Breitner che ebbe il solo compito di accorciare le distanze e il merito di salvare l’onore tedesco. Indimenticabile l’esultanza genuina e incontenibile del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, con buona pace dell’etichetta imposta dal ruolo di Capo di Stato. E poi gli ultimi secondi della partita resi immortali dalle parole dell’indimenticato telecronista Nando Martellini « Palla al centro per Muller, ferma Scirea, Bergomi, Gentile, evviva è finita! Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!!! » . Nulla a che vedere con la scalmanata e stupenda esultanza di Fabio Caressa nei Mondiali di Germania del 2006. Erano altri tempi, in cui un portiere quarantenne alzò sotto il cielo di Spagna la Coppa del mondo, dove Bruno Conti fece impazzire gli avversari a suon di dribbling e Gentile e Cabrini furono un incubo per gli attaccanti avversari. Di questa bella ricorrenza saranno felici da lassù anche Enzo Bearzot e Gaetano Scirea.
Dopo le vittorie mondiali degli anni trenta, l’Italia tornava nel 1982 a primeggiare calcisticamente nel mondo. Ci ripetemmo nel 2006 in Germania e speriamo di riassaporare questi momenti di gloria in un futuro non troppo lontano, senza, ovviamente, meravigliarci nel caso in cui qualcuno si accostasse a noi esclamando “Ma vuoi mettere i Mondiali in Spagna dell’82’…”.[MORE]
Davide Scaglione